Questo sito contribuisce all’audience di Quotidiano Nazionale

lnchiesta sulla morte
di un neonato

Un lieto evento si è trasformato in tragedia. Un bimbo è morto nella tarda serata di venerdì nella sala travaglio dell'ospedale di Milazzo, pochi istanti dopo il parto. A nulla è servito l'intervento dei rianimatori che in extremis avevano intubato il neonato nel tentativo di strapparlo dalla morte. La madre del bimbo deceduto a cui prima di spirare era stato imposto il nome Ryan, aveva chiesto invano di essere sottoposta ad intervento di parto cesareo e ciò a causa delle evidenti difficoltà che sarebbero sopravvenute nella difficile fase di travaglio iniziata con l'ingresso in sala parto alle 19,30 e conclusasi tragicamente dopo le 21. Il sostituto procuratore Giorgio Nicola, ricevuta la denuncia presentata in nottata dal padre del bimbo, un uomo di Mazzarrà Sant'Andrea residente con la moglie a Milazzo, che si è rivolto subito dopo la morte del figlio ai carabinieri di Milazzo, ha disposto che il corpicino resti nella sala mortuaria dell’ospedale in attesa di disporre l'autopsia non appena saranno individuati e identificati i componenti dell'equipe medica che hanno assistito al parto. La puerpera, una donna di 41 anni con origini straniere, resta per il momento ricoverata nel nosocomio di Milazzo. I genitori del neonato deceduto poco dopo il parto, hanno già sporto denuncia querela e si sono rivolti all'avv. Giuseppe Sterrantino annunciando fin d'ora che si costituiranno parte civile nell'ipotesi siano individuate nelle condotte seguite dai sanitari che sono intervenuti nelle fasi del travaglio errori attribuibili agli stessi medici. Il padre del bimbo, Tindaro I. , 46 anni, residente in via XX Settembre a Milazzo, non si dà pace e racconta che la propria moglie, era giunta «al nono mese di gestazione e sin dall'inizio della gravidanza è stata in cura da un medico dello stesso reparto di ginecologia dell'Ospedale Fogliani di Milazzo». Tutto era filato liscio fino all'ultimo: «Essendo nell'ultima fase di gestazione, nel corso dell’ultima quindicina, a giorni alterni mia moglie si è recata nel reparto per effettuare il tracciato, atto a verificare le condizioni di salute del nascituro. Cosa che ha fatto anche venerdì verso le 10, accompagnata da mia sorella. Alle 13 circa i sanitari hanno deciso di ricoverarla poiché era arrivato il momento di partorire. Dopo le 19, volendo assistere al parto – racconta il padre –mi sono recato in sala travaglio, raggiungendo mia moglie». Poco dopo i medici presenti decidevano di trasferire la donna in sala parto. Il travaglio è iniziato alle 19,30 circa. In seguito, trascorsi circa 30 minuti dall'inizio delle operazioni, il parto si presentava difficoltoso e dopo il primo, interveniva un altro componenti l’equipe dei sanitari presenti. In questa fase di difficoltà, i sanitari intervenuti sulla partoriente per poter agevolare il parto si sono avvicendati. La donna – sempre secondo il racconto del marito – lamentava un forte mal di testa. Trascorsi 45 minuti circa, la stessa partoriente – come raccontato dall'uomo presente in sala parto – richiedeva «che le venisse praticato il taglio cesareo. Richiesta caduta nel vuoto». Nel frattempo i medici si consultavano e verso le 21 riuscivano a far nascere il bimbo che il padre ha visto muoversi. Il padre subito dopo è stato invitato a lasciare la sala parto. Poi l'uomo ha sentito che gli stessi medici chiamavano gli anestesisti rianimatori. Sono stati attimi frenetici. Poi uno zio del nascituro, che lavora nello stesso ospedale, ha insistito per avere notizie ed ha appreso che il bimbo era morto. Adesso l'inchiesta della Procura di Barcellona per accertare i fatti.

Caricamento commenti

Commenta la notizia