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Napolitano alla parata
gli applausi delle gente

Con l'omaggio del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, alla tomba del Milite Ignoto al Vittoriano, sono cominciate le celebrazioni per la Festa nazionale della Repubblica. "Le Forze armate al servizio del Paese" è il tema della rassegna di quest'anno. Napolitano è giunto all'Altare della Patria accompagnato dal ministro della Difesa Mario Mauro e dal capo di Stato maggiore della Difesa Luigi Binelli Mantelli.

Sulle scale del Vittoriano, a ricevere il capo dello Stato, tra gli altri, il presidente del Senato, Piero Grasso, quello della Camera, Laura Boldrini, il presidente del Consiglio, Enrico Letta, il sindaco di Roma Gianni Alemanno e il presidente della Regione Nicola Zingaretti. La banda dell'Esercito ha quindi intonato l'Inno nazionale. Dopo l'alzabandiera solenne e la deposizione di una corona d'alloro sul sacello del Milite Ignoto, Napolitano ha lasciato Piazza Venezia per passare in rassegna le truppe. Alla parata in circa 3.300, tra militari e civili, ma niente cavalli, aerei e neppure le Frecce Tricolori. Anche i mezzi ridotti all'osso, in un'ottica di sobrietà e di austerity. Un'edizione che ricalca grosso modo quella dell'anno scorso, quando motivi economici imposero di dimezzare i numeri della parata 2011.

Come già successo il 25 aprile il presidente della Repubblica è rimasto alla base della scalea del Vittoriano, insieme alle altre autorità: solo i corazzieri sono saliti al sacello del milite ignoto per deporre la corona. E' quella che viene definita deposizione della corona "in forma staticà e che, secondo quanto si è appreso, verrà adottata d'ora in avanti.

Il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, tra gli applausi della gente, ha raggiunto via del Fori Imperiali a bordo della Flaminia presidenziale scoperta, scortato dai corazzieri in motocicletta posto sul palco presidenziale dove sono presenti le massime autorità dello Stato. A rendergli gli onori un reparto di corazzieri che, anche per questa edizione della parata segnata dall'austerity, sono a piedi e non a cavallo. I costi sono stati stimati in un milione e mezzo di euro, contro i 2 milioni del 2012 e i 4 milioni e 400 mila del 2011.

Qualcuno si ripara dal sole con un ombrellino, altri sventolano bandiere tricolori. I cittadini che stanno assistendo alla parata del 2 giugno su via dei Fori Imperiali sono uomini, donne, anziani e bambini. A chi chiede loro perché si trovano qui, molti rispondono "per passione". "Ero un militare - racconta Gianluca - e sono qui per la passione che ho per l'Esercito, per questa festa che vedo come mia. Bisogna onorarla tutti gli anni perché per questa bandiera sono morte persone. Bisogna onorarla tutti i giorni e soprattutto oggi". Gli fa eco Francesco, catanese d'origine: "Sono venuto a Roma per assistere a una bella manifestazione, per vedere un po' di popolo romano. La giornata è bella, l'unica cosa che non mi piace è questa austerità". Stefania, dietro le transenne di via dei Fori Imperiali spiega di essere qui per "una passione per i valori dello stato e il corpo militare". Il 2 giugno secondo lei "ha un significato di appartenenza allo Stato".

"Circondati dall'affetto della popolazione, essi hanno sfilato in modo impeccabile, ben rappresentando, con la compostezza del portamento, un Paese orgoglioso della propria storia e della propria cultura e determinato a superare l'attuale difficile contingenza": così Napolitano in un messaggio al ministro Mauro sulla parata. "La tradizionale Parata militare ha consentito anche quest'anno di unire cittadini e istituzioni nella celebrazione della nascita della Repubblica", ha detto Napolitano sottolineando la "determinazione" dell'Italia ad uscire dalla "difficile contingenza".

"In un contesto mondiale globalizzato, segnato da mutamenti profondi, da grandi progressi e insieme da nuove minacce nonchè dal permanere di antiche tensioni, le missioni di stabilizzazione intraprese dalle organizzazioni internazionali di cui l'Italia è parte attiva costituiscono un contributo essenziale alla causa della pace, del progresso sociale e della collaborazione fra i popoli". Lo scrive il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel messaggio inviato al Capo di Stato Maggiore della Difesa, Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli, in occasione della Festa della Repubblica. "Rivolgo il mio pensiero deferente - dice Napolitano - alla memoria dei militari italiani che in ogni tempo e luogo hanno perso la vita al servizio della Patria: ieri, nel lungo e travagliato percorso che ha reso l'Italia una nazione libera e democratica; oggi, in paesi attraversati da conflitti e devastazioni, in aiuto a popolazioni sofferenti che nella presenza delle Forze armate italiane trovano motivo di speranza e di fiducia. Il prestigio dell'Italia nel consesso delle nazioni dipende in misura rilevante dall'operato sul campo - al servizio della comunità internazionale - dei nostri militari, cui sono unanimemente riconosciuti professionalità, impegno, umanità". "Alle grandi sfide emergenti - conclude il Presidente della Repubblica - le Forze armate italiane rispondono con concretezza e dinamismo, attraverso una radicale ed innovativa revisione dello strumento militare come quella di recente avviata,ispirata a criteri di qualificazione della spesa, razionalizzazione interforze e integrazione europea. Quest'ultima può e deve concorrere all'auspicata unità politica del continente. Ai soldati, marinai, avieri, carabinieri e finanzieri, di ogni ordine e grado ed in modo speciale a quanti in questo giorno di festa sono impegnati nei teatri operativi, giungano la gratitudine del popolo italiano e un fervido augurio. Viva le Forze armate, viva la Repubblica, viva l'Italia!"

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