di Anna Mallamo
Lo Stretto ha un suo modo tempestoso d’esprimersi, che mica tutti lo possono capire. Sembra quieto e sicuro ed, ecco, ti apre un garofalo di correnti, ti spalanca una piccola Cariddi, t’apparecchia una batteria di fulmini, ti raduna nuvoloni e s’abbuia come l'inferno. Ma non è per cacciarti. Anzi. Lo sanno bene i temerari di “Pianissimo”, la libreria-raccontificeria viaggiante che proprio dallo Stretto, dalla punta inquieta del messinese Capo Peloro, si sono messi in viaggio, appunto pianissimo, con un furgoncino residuato bellico e civile e un carico di merce pericolosa: libri. Libri di piccoli editori e/o editori indipendenti. Libri che di solito non trovano posto negli scaffali del supermercato globale e che, con le loro gambe (i libri hanno gambe, cuore, stomaco e persino faccia, talora di bronzo), non arriverebbero mai in sperduti paesini (ma anche slargati paesoni, e persino slabbrate città) a mostrare la loro piccola, enorme, sovversiva bellezza.
Il microesercito di “Pianissimo” sono quattro ragazzi col pallino della letteratura e dunque delle imprese impossibili e per questo assolutamente necessarie: Filippo Nicosia, Serena Casini, Maura Romeo e Mauro Maraschi. Ai quali si aggiunge “Lèggiu” (sottotitolo per non parlanti siciliano: “lèggiu” può voler dire sia “leggo”, sia “piano, adagio”, a dimostrazione del fatto che con le parole si può fare qualunque cosa, e anche due cose assieme o anche più), valoroso furgoncino fabbricato negli anni Settanta e (come molti di quella generazione d’idealisti) ancora indomito: va a quaranta all’ora ma proprio per questo riesce a vedere, e poi raccontare, tante cose.
Il loro viaggio è cominciato nella tempesta augurale dello Stretto: lì, sotto la pioggia e i fulmini, protetti dalle pareti dell’ “Horcynus Orca” (il parco letterario intitolato alla belva dello Stretto creata, anzi evocata e assieme esorcizzata, da Stefano D’Arrigo) la scrittrice messinese Nadia Terranova – accompagnata dalle note jazz di Luciano Troja alle tastiere e Filippo Bonaccorso alla batteria – ha aperto lo scrigno delle “Mille e una notte”, la madre di tutte le narrazioni di protezione, consolazione e speranza. Favole millenarie riscritte e illustrate, sotto il cui ombrello riparatore si sono stretti i lettori deboli e quelli forti, i curiosi e gli appassionati. A dimostrazione del fatto che quando una voce si leva e racconta, immediatamente nasce una comunità. Quelli di “Pianissimo” sullo Stretto, appunto.
Nadia (un’altra pericolosa idealista che sostiene che di parole si possa vivere, e persino morire, e ha ragione), con la sua voce squillante eppure morbida ha tessuto l’antica magia della narrazione (aiutata dal giovane attore messinese Francesco Bonaccorso), il motivo primo e ultimo per cui tanta gente s’era radunata – in piena stagione balneare infestata da happy hour ed “eventi” da spiaggia – solo per ascoltare, sfogliare, farsi colpire da una frase o da un libro intero (i libri sono frecce, oltre che ponti, catene, salvagenti, coltelli e pure forchette).
In ogni tappa (“Pianissimo” ha già percorso quelle di Gioiosa Marea, Acquedolci e, ieri, Barcellona: oggi sarà a Randazzo, domani a Paternò e poi a Scicli, Siracusa, Palazzolo Acreide, Menfi e tante altre, fino a concludere il suo tour siciliano, il 2 settembre, a Taormina: tutto l’itinerario è consultabile sul sito www.pianissimolibrisullastrada.it) ci sarà uno scrittore, una lettura, un’idea, soprattutto un incontro, l’incontro che, per Filippo Nicosia, ideatore di “Pianissimo”, è lo scopo di tutta quest’operazione da matti, a quaranta all’ora sulle strade assolate della Sicilia in preda all’agosto del tempo della crisi: l’incontro coi lettori, tutti i lettori, quelli che sanno di esserlo e quelli che ancora non lo sanno.
«Il reperimento di un libro è decisamente facile al giorno d’oggi – dice Nicosia a proposito – . Ci sono le librerie, gli store on line, ci sono le edicole ormai ridotte a rivenditori di insertucoli, librucoli, e capolavori del Novecento. Il lettore, o il non lettore, può essere facilmente incrociato da un libro nel suo percorso quotidiano. E se leggerà Urania o Bridget Jones, Camilleri o Carofiglio sarà una sua scelta. Ma è facilmente intuibile che non tutto è in mostra e che non in tutti i paesi ci sono le librerie. È un problema di distribuzione e di promozione, di opportunità. Quello che faccio con il mio furgoncino, fermo restando che la Mayer un lettore può comprarla dove e quando vuole, è fargli vedere altri libri: starà a lui decidere se gli piacciono oppure no. Ma non c’è niente di male a ampliare l’offerta di lettura perché non c’è niente di male a considerare un lettore come un uomo curioso, e questo vale anche per un non lettore. Io non chiedo che si leggano i libri che consiglio io, chiedo che venga data la possibilità “anche” a quei libri. Questo è molto diverso e se vogliamo importante».
Dando un’occhiata alla bancarella viaggiante che continua a entrare e uscire dalla pancia di “Lèggiu” – che è una specie di balena di Pinocchio, o pure un’ “orcaferone” di D’Arrigo, però buona – è proprio così: oltre 300 titoli scelti uno per uno, con cura e amore, con l’unico criterio della bellezza, dello stupore, dell'incanto. Ci sono Cortázar e Leopardi (un diversamente Leopardi), Bobbio e Dario Fo (ma quelli che non ti aspetti), però soprattutto ci sono autori dimenticati o ignoti al grande pubblico (conoscete, per esempio, Giuseppe Vaccarino e il suo “Lo sporco /Il pulito”? No? Ebbene, dovreste), ai quali “Pianissimo” darà una possibilità.
Poi, per lettori davvero irriducibili, c’è anche da leggere (sul sito, work in progress) il blog-racconto delle tappe, degli incontri, delle scoperte di questo stranissimo e lentissimo viaggio siciliano. Perché siamo nati per raccontare e ascoltare e raccontare ancora, e i libri sono parte di questa nostra natura indomabile, appassionata, perenne.
Pronti, “pianissimo”, via!