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Il giorno della collera
Nuovo appello dell'Onu

Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite chiede a tutte le parti in campo la fine delle violenze in Egitto e esorta alla massima moderazione. Lo ha reso noto l'ambasciatrice argentina all'Onu, Maria Cristina Perceval.

La presidenza egiziana critica intanto la condanna di Obama contro le repressioni: "Dichiarazioni non basate su fatti possano incoraggiare i gruppi armati violenti", afferma l'Egitto in un comunicato.

E' massima allerta al Cairo nel timore di nuovi sanguinosi scontri: i militari hanno chiuso il ponte 6 ottobre, una delle principali arterie della capitale, e altre strade di accesso al centro. Lo riferiscono testimoni. I Fratelli musulmani hanno indetto per oggi "La giornata della collera", dopo gli oltre 600 morti - secondo il bilancio del governo - a Rabaa e Nahda. Gli anti-Morsi hanno invitato a presidiare "ogni angolo" della città e annunciato che si confronteranno con i Fratelli musulmani.

Secondo fonti vicine ai Fratelli musulmani la polizia ha preso d'assalto la moschea nella quale si trovano decine di corpi di manifestanti. Secondo testimoni ad al Jazira lacrimogeni e colpi di arma da fuoco sono stati sparati nei pressi della moschea al Iman al Cairo, a poca distanza da piazza Rabaa. La moschea è divenuta una sorta di 'obitorio' per le decine di vittime, 250 secondo i manifestanti, uccise ieri a Rabaa. A quanto si apprende, i cadaveri di al Iman non sono stati inclusi nell'ultimo bilancio ufficiale, che conta 638 morti nelle ultime 24 ore. Decine di cadaveri, avvolti in un lenzuolo bianco e in alcuni casi 'raffreddati' da una busta di plastica verde piena di ghiaccio: così si presentava oggi la moschea al Iman di Ebeid Street, non molto distante da piazza Rabaa. A sua difesa, i pro-Morsi avevano eretto nuove barricate. Nella moschea, nel corso della sera, erano arrivati i familiari delle vittime.

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