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A 100 anni muore
l'ex SS Erich Priebke

L' ex ufficiale delle Ss Erich Priebke è morto oggi all'età di 100 anni. Ne da' notizia il suo legale Paolo Giachini, affermando che egli ha lasciato come "ultimo lascito" una intervista scritta e un video, "testamento umano e politico".

Giachini ha anche dichiarato: "La dignità con cui ha sopportato la sua persecuzione ne fanno un esempio di coraggio, coerenza e lealtà".

La vicenda giudiziaria di Priebke raggiunse il suo culmine il 7 marzo 1998 quando la corte militare d'appello di Roma lo condannò all'ergastolo assieme a un altro ex ufficiale delle SS, Karl Hass, per la strage del 24 marzo del 1944 passata alla storia come l'eccidio delle Fosse Ardeatine.

Una sentenza giunta al termine di una lunga vicenda processuale, iniziata nel 1995 con la richiesta da parte delle autorità italiane di estradizione a quelle dell'Argentina, dove Priebke viveva. L'ufficiale giunse in Italia nel novembre di quell'anno e venne richiuso nel carcere di Forte Boccea, a Roma.

La Procura militare ottenne il rinvio a giudizio per "concorso in violenza con omicidio continuato in danno di cittadini italiani". Il primo agosto 1996 il tribunale militare dichiarò estinto il reato per intervenuta prescrizione disponendo la scarcerazione. Una sentenza che fece enorme scalpore e non fu mai eseguita, in quanto l'ex SS poche ore dopo venne riarrestato per una richiesta di estradizione presentata dalla Germania.

La Corte di Cassazione, il 15 ottobre 1996, annullò la decisione del tribunale militare e dispose un nuovo processo. Dopo una lunga disputa di natura giurisdizionale il 10 febbraio del 1997 la Cassazione decise che spettava al tribunale militare di Roma, con una nuova composizione, a giudicare Priebke e l'altro gerarca Hass. Il 4 aprile del '97: comincia il processo, nell'aula bunker di Rebibbia. In primo grado Priebke viene condannato a 15 anni (10 dei quali condonati). Quindi nel processo d'appello arriva la sentenza all'ergastolo, decisione confermata anche dalla Cassazione. Per l'età avanzata a Priebke vengono concessi i domiciliari. Scontati in un appartamento alla periferia nord di Roma.

"Non posso dire che piangerò. E' morto un assassino che ha ucciso più persone di un serial killer, che non si è mai pentito di quello che ha fatto e che peraltro ha vissuto una vita lunghissima in parte anche felice" dice il presidente dell'Anpi Roma Francesco Polcaro. "Per moltissimi anni infatti dopo la seconda Guerra Mondiale Priebke è stato padrone di se stesso, ha vissuto una vita normale, in Sud America, arrivando anche a diventare presidente di un'associazione culturale a Bariloche, in Argentina. Ha iniziato a scontare la sua pena da non moltissimo, dopo essere stato estradato in Italia - ricorda Polcaro -. E' naturale che una persona di cento anni muoia e non ho altri commenti da fare. Mi auguro solo - conclude - che le autorità non permettano che i funerali di questa persona si trasformino in una manifestazione di apologia del nazismo. Per i partigiani resterà sempre un feroce assassino e un nazista".

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