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Irrompono i Gis, uno
dei fratelli Mignacca
si suicida

 La latitanza dei fratelli Mignacca, “uccel di bosco” da oltre cinque anni e considerati tra i latitanti più pericolosi in Italia, è finita ieri mattina. Ma solo uno, Calogero, 41 anni, è finito nelle patrie galere, mentre Vincenzo, 46 anni, ha preferito togliersi la vita con un colpo di pistola alla testa, pur di non marcire dietro le sbarre e darla vinta allo Stato. La caccia ai due esponenti di spicco del clan mafioso tortoriciano dei Bontempo Scavo si è conclusa con un blitz nelle campagne di Lentini, in provincia di Siracusa, dove si nascondevano. I carabinieri, che da tempo ne seguivano gli spostamenti, hanno atteso il momento giusto per entrare in azione. Il via libera della Direzione distrettuale antimafia peloritana, che ha coordinato le indagini, è scattato all’alba. Il covo è stato cinto d’assedio dai reparti operativi del Gruppo d’intervento speciale di Messina e Catania. Piuttosto concitate le fasi dell’assalto dei militari: circondato il casolare di campagna, hanno più volte intimato ai fratelli Mignacca, asserragliati all’interno, di non provare a fare resistenza e consegnarsi. Niente da fare, i latitanti non ne volevano sapere, ragion per cui i carabinieri hanno deciso di fare irruzione, preparandosi al peggio. Sfondata la porta d’ingresso, i militari avrebbero lanciato delle microcariche esplosive. A quanto pare Calogero è stato subito immobilizzato e ammanettato. Impugnava una pistola, segno che era pronto ad un eventuale conflitto a fuoco. Vincenzino, invece, era in un’altra stanza. Udito il trambusto e compreso ormai che le sue ore erano contate, ha optato per il gesto estremo: si è ucciso, servendosi dell’arma che teneva sempre con sé. Il proiettile non gli ha dato scampo: morte subitanea.

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