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Pd: sulle unioni civili
trattiamo con chi ci sta

"Noi non vogliamo solo le unioni civili ma un Paese civile. Facciamo una trattativa con chi ci sta perché siamo un Paese che ha bisogno di risposte". Debora Serracchiani, presidente del Friuli Venezia Giulia e membro della segreteria Pd spiega così la linea dei Dem in una pausa della riunione della segreteria in corso a Firenze.

"Non mi pare stupefacente la reazione del centrodestra sul capitolo delle unioni civili. Mi sarei stupito di più se Alfano avesse detto: 'era ora, avanti fino alla meta: diritti e doveri riconosciuti per le coppie gay. Facciamo fare all'Italia il balzo di civiltà che si merita". Così Gianni Cuperlo, Presidente dell'Assemblea nazionale del Pd commenta, sul proprio profilo facebook, la discussione sulle unioni civili. "Al netto della loro posizione - prosegue Cuperlo - l'importante è capire se il Parlamento, questo Parlamento, ha i numeri e la volontà di legiferare su una materia che solo l'assenza di buon senso può continuare a confinare nel campo dell'eticamente sensibile. Qui parliamo di diritti di cittadinanza - avverte - non di questioni di coscienza. A meno che non ci siano questioni di coscienza su un diritto di cittadinanza, il che dovrebbe far riflettere non poco sul grado di maturità della nostra convivenza civile. Penso che si debba accelerare l'iter di una buona legge dentro le Camere. Tanto piu' che non sarebbe la prima volta che, su tematiche simili, l'azione del legislatore si muove in parallelo alle maggioranze contingenti di governo. Come si dice? Volere e' potere", conclude.

"Le politiche pubbliche sono dalla stessa Costituzione riservate alla famiglia naturale unita in matrimonio in funzione dell'evidente obiettivo di continuità della specie. Noi spendiamo 70 miliardi di euro all'anno solo per il coniuge, tra pensione di reversibilità, assegni e detrazioni. Se oggi riconoscessimo altri tipi di 'unioni' diventerebbe inesorabile l'accesso alle politiche pubbliche, probabilmente anche solo per sentenze. Per questo ribadiamo che cosa ben diversa - e per noi accettabile - sarebbe una verifica sulla capacità privatistica di ciascuna persona di regolare pienamente i suoi rapporti con un'altra persona". Lo afferma il Presidente dei senatori del Nuovo Centrodestra, Maurizio Sacconi.

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