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Approvati in commissione
i Liberi Consorzi

palazzo dei leoni

E' stato approvato in commissione Affari istituzionali dell'Ars, presieduta da Antonello Cracolici (Pd), il disegno di legge che istituisce i Liberi consorzi al posto delle Province. Dieci i voti a favore, 4 i contrari.

"Dovevamo aspettare un governo regionale di Sinistra a guida comunista per vedere espropriare a quattro milioni di siciliani il diritto al voto". Lo ha dichiarato il deputato regionale Nello Musumeci, dopo che la Commissione Affari istituzionali dell'Ars ha approvato oggi a maggioranza il disegno di legge sulla istituzione dei Liberi consorzi dei comuni e sulle città metropolitane. "Altro che riforma: si torna indietro di cinquant'anni, quando in Sicilia - osserva - i vertici dell'Ente intermedio non venivano scelti dai cittadini ma dagli apparati dei partiti. Crocetta ha mentito ancora una volta ai siciliani: aveva detto di abolire le Province per fare risparmiare sui costi ed invece ne ha solo cambiato il nome, mantenendo lo stesso personale, le stesse funzioni, gli stessi immobili. Come se non bastasse, i debiti degli enti provinciali graveranno sui comuni, già al collasso, ed i centri di costo dei Liberi consorzi si moltiplicheranno a dismisura". Per Musumeci "L'unica modifica apportata da Crocetta consiste nell'impedire d'ora in poi che i vertici amministrativi delle nuove province siano scelti dai cittadini: niente più elezioni. La invenzione delle tre città metropolitane (Palermo, Catania e Messina) - ha aggiunto il deputato dell'opposizione - è un'offesa al buon senso ed una condanna alle aree interne dell'Isola (il 90 per cento del territorio siciliano) che con questa riforma resteranno sempre più isolate e degradate". "Daremo guerra in aula - anticipa Musumeci - affinché questa ignobile mistificazione mediatica non crei altro danno alla Sicilia"

"Il disegno di legge sulle province, approvato in prima Commissione, nonostante i reiterati tentativi di sintesi svolti dal presidente Cracolici, è una sorta di inaccettabile marmellata parlamentare". Lo afferma Toto Cordaro, capogruppo Pid Cantiere popolare-Grande Sud all'Ars. "L'impianto complessivo che ne viene fuori - e che è il frutto della commistione di ben 19 disegni di legge, di cui ben cinque a firma Crocetta - trova la sua ratio nella necessità di amalgamare a tutti i costi e in fretta e furia varie ipotesi di riforma, spesso in contrasto tra loro. Al legittimo disorientamento manifestato dagli amministratori degli enti locali, si aggiunge la preoccupazione manifestata da esperti e da politici di ogni schieramento su un disegno di riforma privo di criteri e che non delinea in modo chiaro funzioni e competenze delle città metropolitane e dei liberi consorzi di comuni". Per Cordaro "Emerge una volontà politica di totale negazione del principio della diretta partecipazione alla vita democratica da parte dei cittadini, che nemmeno il tanto proclamato ricorso alla spending review riesce a nascondere, con la conseguenza della eliminazione degli enti intermedi di governo del territorio che hanno erogato alle comunità servizi essenziali". "Di fronte ad una simile proposta di riforma delle province, offensiva della logica e del buon senso, - conclude - esprimiamo un forte dissenso che ribadiremo anche in aula, confidando in un serrato confronto democratico'".

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