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Ecco la foto
del covo di Cutrì

All'interno del covo dove è stato catturato l'evaso Domenico Cutrì, ci sono ancora generi alimentari, pacchi di pasta e scatolette di tonno, sparsi a terra, davanti al divano dove dormivano l'ergastolano e il suo complice Luca Greco. Sul pavimento anche copie di quotidiani come 'Il Giorno' e 'La Prealpina' con la cronaca dell'evasione. Cutrì aveva a disposizione una palazzina in ristrutturazione di due piani in via Villoresi, poco lontano dal centro di Inveruno (Milano) e dalla casa dove vivono i genitori. Sulle scale si avverte ancora l'odore dei fumogeni utilizzati dai carabinieri durante l'irruzione. Le porte delle stanze sono state sfondate. Cutrì viveva in condizioni di degrado, e per cucinare utilizzava un fornelletto da campeggio. Il cortile dove si trova la palazzina è circondato da altre case ma, come raccontano alcuni residenti, nessuno si sarebbe accorto di movimenti sospetti.

"Ho sentito un forte rumore, nel pieno della notte, e mi sono svegliato: poi mi sono affacciato alla finestra e ho visto i carabinieri che facevano irruzione". E' il racconto di un pensionato che vive nell'appartamento di fianco alla palazzina dove si trovava il covo dell'evaso Domenico Cutrì, bloccato dai Gis dei carabinieri in una palazzina in ristrutturazione a Inveruno (Milano). "Ho avuto molta paura - ha proseguito - Non mi sarei mai aspettato che l'evaso si nascondesse proprio di fianco a casa mia - ha concluso - non ho mai sentito rumori strani e, solo una volta, ho visto una persona che portava all'interno uno scatolone con dei generi alimentari".

"Non è il momento, non voglio dire nulla...". Il padre di Domenico Cutrì preferisce non rilasciare commenti ai giornalisti dopo l'arresto del figlio Domenico, evaso lunedì scorso. Le tapparelle dell'appartamento in una palazzina in via Leopardi a Inveruno, dove vive la famiglia, a non molta distanza dal covo dell'evaso, restano chiuse. Tra i vicini di casa in pochi hanno voglia di parlare.

 

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