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Ucraina, venti di guerra
Tensione Usa-Russia

Miliziani armati fino ai denti hanno impedito l'accesso a diversi giornalisti stranieri al check-point nei pressi di Armiank, nel nord della Crimea.  Tra le troupe respinte quelle di Bbc, della tv pubblica olandese Nos e di Mtv Finlandia. Ai reporter sono anche stati requisiti i giubbotti antiproiettile. Lungo la "linea di frontiera" i miliziani scavano buche per posizionare armamenti difensivi e cecchini.

La Russia di Vladimir Putin è pronta a invadere l'Ucraina. E in parte l'ha già fatto. Migliaia di militari russi - da 6mila a 28mila - sarebbero già in Crimea, penisola russofona che fa parte dell'Ucraina ma in cui da alcuni giorni soffiano impetuosi venti di secessione e dove Kiev sembra non avere più alcun potere.

Drammatica telefonata di 90 minuti tra Putin e Obama, con il presidente russo che ha ribadito la volonta' di proteggere i propri interessi in Ucraina e il presidente Usa che ha condannato l'intervento militare russo e annunciando l'assenza degli Stati Uniti dalle riunione preparatorie del G8. 'L'intervento della Russia in Ucraina e' privo di basi legali, ha detto l'ambasciatrice americana alle Nazioni Unite, Samantha Power, chiedendo che vengano inviati immediatamente controllori di Onu e Osce nell'ex repubblica sovietica, mentre il segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, ha fatto sapere di aver parlato con il presidente russo.

Intanto il Senato russo ha approvato all'unanimità l'invio di truppe anche se Putin non ha ancora preso una decisione definitiva. Da parte sua il governo ucraino ha messo l'esercito in stato di allerta,a avvertendo la Russia di essere pronta alla guerra e chiedendo a Ue, Usa e Nato di valutare tutti le possibili opzioni per proteggere la sua integrità territoriale. 

Ma non è solo la Crimea a ribollire. Anche nelle altre regioni sud-orientali dell'Ucraina - anch'esse culturalmente e linguisticamente vicine alla Russia - la tensione sta salendo vertiginosamente e i palazzi dell'amministrazione regionale di Kharkiv e Donetsk sono già caduti in mano agli insorti filorussi, non senza violenze. 

Il nuovo governo di Kiev ha denunciato che in Crimea ci sono già 6.000 soldati russi e 30 blindati, che hanno già preso posizione in punti strategici della penisola, mentre un gruppo di giornalisti investigativi parla addirittura di 28.000 militari di Mosca, quasi cinque volte quanto stimato dalle nuove autorità ucraine. Secondo la testata online Tizhden.ua, inoltre, ci sarebbero soldati russi anche al di fuori della Crimea e una colonna di mezzi blindati sarebbe in movimento nella regione di Zaporizhia, nell'Ucraina sud-orientale. Non solo: centinaia di uomini armati bloccano il parlamento e il governo della Crimea, nonché gli aeroporti di Sinferopoli e Belbek, vicino a Sebastopoli. Mosca nega che siano propri soldati ma c'è chi ipotizza che si tratti di agenti del Gru, i potenti e misteriosi servizi segreti militari russi.

Il possibile ricorso alla forza da parte del Cremlino e lo spettro di un'invasione del territorio ucraino hanno messo in allarme la comunità internazionale. La cancelliera tedesca Angela Merkel e il ministro degli Esteri di Londra, William Hague, hanno criticato l'escalation della tensione in Crimea, e il capo della diplomazia Ue Catherine Ashton ha detto di "deplorare" la decisione russa di usare le forze armate, mentre Bruxelles ha fissato per lunedì una riunione straordinaria del Consiglio dei ministri degli Esteri per fare il punto sulla situazione. Ma è soprattutto Washington ad avvertire Mosca. Come tutta risposta, la commissione Esteri del Senato russo ha chiesto a Putin di richiamare il proprio ambasciatore negli Stati Uniti.

Il leader del Cremlino dice di premere per l'azione militare "per normalizzare la situazione socio-politica" in Ucraina, che, a suo avviso, minaccia "la vita dei cittadini russi" e "dell'organico del contingente militare delle forze armate della Russia dislocato in conformità ad un accordo internazionale in territorio ucraino". Anzi, secondo le autorità russe, ben 143.000 ucraini si sarebbero rifugiati in Russia per "salvarsi dall'oltranzismo dei radicali che hanno preso il potere a Kiev".

Intanto il nuovo governo della Crimea, che il presidente ad interim ucraino Oleksandr Turcinov ha definito "illegittimo" (è stato eletto da un parlamento occupato da filorussi armati), ha deciso di anticipare il referendum per una maggiore autonomia della regione dal 25 maggio al 30 marzo, mentre nei prossimi giorni il parlamento russo esaminerà una proposta di legge per facilitare l'assorbimento di nuovi territori senza bisogno di un trattato internazionale. La rivolta pro-Mosca sta però montando anche nell'Ucraina orientale. A Kharkiv circa 300 filorussi, alcuni dei quali armati, hanno sfondato un cordone di sostenitori delle nuove autorità ucraine e - incitati da una folla di 20.000 persone - hanno occupato il palazzo della Regione, issandovi il tricolore russo. Negli scontri sono rimaste ferite decine di persone. A Donetsk 10.000 manifestanti sono scesi in piazza sventolando la bandiera russa e anche lì la sede della Regione è stata occupata, mentre il comandante degli insorti, Pavel Gubarev, è stato eletto governatore. Sono le ultime ore per cercare di evitare il peggio: oltre al tentativo di mediazione europea, in campo torna anche Iulia Timoshenko, attesa a Mosca lunedì per uno sforzo di ricucitura in extremis.

La necessità di garantire unità, sovranità, inclusività e integrità territoriale dell'Ucraina è stata sottolineata dal ministro degli Esteri Federica Mogherini in una "conference call" con l'Alto Rappresentante Ue per la politica estera Ashton e con alcuni colleghi, tra cui Kerry, Hague, Fabius e Sikorski. Ogni violazione di questi principi, ha sottolineato Mogherini sarebbe del tutto inaccettabile.

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