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"La grande bellezza"
vince l'Oscar

Si può fare una dolce vita cafonal con citazioni di Celine, canti gregoriani, sindromi di Stendhal e con al centro una Roma indolente, barocca, papalina, bella quanto distaccata? Paolo Sorrentino c'e' riuscito con 'La grande bellezza', unico film italiano in concorso a Cannes, dove non vinse nulla come è capitato poi anche ai Cesar, per iniziare poi una marcia trionfale di premi (tra cui Efa, Bafta, Golden Globe) fino all'Oscar di oggi. Un'opera che, come ha dichiarato oggi a Los Angels Sorrentino, ritirando il premio, si è ispirata a Fellini, Scorsese, i Talking Heads e Maradona:''Perché sono quattro campioni nella loro arte che mi hanno insegnato tutti cosa vuol dire fare un grande spettacolo, che è la base di tutto lo spettacolo cinematografico''. 

Una Roma indolente, stra-cafona, con donne di plastica e uomini da poco e' quella che Sorrentino mostra in questo film in una serie di quadri esteticamente perfetti. E questo con la guida di una sorta di Virgilio colto, cinico e ironico, ovvero il giornalista e scrittore sessantacinquenne, Jep Gambardella (Toni Servillo). Un uomo approdato a Roma a ventisei anni (proprio come Federico Fellini) che si porta addosso tutta la fame e la curiosità della provincia e anche quell'accento napoletano che lo fa tanto blasé. Jep è insomma uno nato ricco. Uno che viene dal Vomero, da Posillipo, un signore che, come dicono gli inglesi, non ha dovuto comprare i mobili per arredare la sua casa. Gambardella e' uno che di cose ne sa. 

E' un dandy sempre inappuntabile, che conosce le persone giuste che vivono la notte proprio come fa lui. Queste stesse persone le ospita spesso sulla sua terrazza che da' sul Colosseo. Tutti sono passati su quella terrazza dove si balla, si beve e si sniffa quella coca di cui il Tevere e' pieno: la radical chic moralista, supponente e ricca; una sorta di guru del botulino che siringa e sentenzia i suoi pazienti; l'artista che fa performance autodistruttive e che parla di vibrazioni (ma Jep non ci casca); la spogliarellista age' (una coraggiosa Sabrina Ferilli che si presta ad un ruolo innocente e naif) che guarda con disincanto il mondo di Jep; l'uomo di spettacolo fallito, ambizioso e fragile, interpretato da uno straordinario Verdone, buffo con degli ingombranti occhiali e i suoi soliti impacci e, infine, c'e la missionaria in odor di santità che ha sposato la povertà e mangia radici. 

Ma i veri protagonisti di 'La grande bellezza' sono la folla di parvenu, politici, giornalisti, attori, nobili decaduti, alti prelati, artisti e intellettuali veri o presunti. Sono loro a ballare al ritmo techno nelle feste dove Jep e' un vero leader. ''Non volevo essere semplicemente un mondano, volevo diventare il re dei mondani. Io non volevo solo partecipare alla feste, io volevo avere il potere di farle fallire'' dice a se stesso Jep nel film. E ancora su questo mondo:''e' tutto sedimentato sotto il chiacchiericcio e il rumore, il silenzio, il sentimento, l'emozione e la paura, gli sparuti incostanti sprazzi di bellezza e poi lo squallore disgraziato e l'uomo miserabile''.

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"La grande bellezza" di Paolo Sorrentino ha vinto l'Oscar per il miglior film straniero. "Grazie alle mie fonti di ispirazione Federico Fellini, Martin Scorsese, Diego Armando Maradona, a Roma, a Napoli e alla mia più grande bellezza personale, Daniela, Anna e Carlo". Queste le prime parole di Paolo Sorrentino sul palco del Dolby Teathre dopo aver ricevuto l'Oscar per "La Grande Bellezza".

L'Oscar torna in Italia dopo 15 anni. L'ultimo ad aver conquistato la statuetta era stato Roberto Benigni con "La vita è bella" nel 1999. Ad annunciare la vittoria della "Grande Bellezza" sono stati Ewan McGregor e Viola Dacis. Sorrentino ha ricevuto il premio insieme a un entusiasta Toni Servillo e il produttore Nicola Giuliano.

Jared Leto miglior attore non protagonista in "Dallas Buyers Club"

Lupita Nyong'o miglior attrice non protagonista in "12 anni schiavo"

"Frozen" di Chris Buck, Jennifer Lee e Peter Del Vecho miglior film d'animazione

Catherine Martin migliori costumi per "Il Grande Gatsby"

Adruitha Lee e Robin Mathews miglior trucco per "Dallas Buyers Club"

"Mr. Hublot" di Laurent Witz e Alexandre Espigares miglior cortometraggio d'animazione

Tim Webber, Chris Lawrence, David Shirk e Neil Corbould migliori effetti speciali in "Gravity"

"Helium" di Anders Walter e Kim Magnusson miglior cortometraggio

"The Lady in Number 6: Music Saved My Life" di Malcolm Clarke e Nicholas Reed migliorcortometraggio documentario

"20 Feet from Stardom" di Morgan Neville, Gil Friesen e Caitrin Rogers miglior film documentario

Skip Lievsay, Niv Adiri, Christopher Benstead e Chris Munro miglior montaggio sonoro per "Gravity"

Glenn Freemantle vince miglior sonoro in "Gravity"

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