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Falsi ciechi, la
vicenda non è chiusa

   Con le quindici denunce effettuate ed il sequestro preventivo di alcuni beni, per i carabinieri le indagini sono chiuse e adesso sarà l’A u t orità giudiziaria a procedere. Non ci sarà alcuna coda in merito all’inchiesta sfociata nella denuncia di due anziani a Santo Stefano di Camastra, accusati di truffa aggravata in danno dell’Inps per 125.000 euro di pensioni e indennità illecitamente percepite e di tredici medici, alcuni residenti in provincia di Messina, gli altri in altre province, dei quali dodici sono accusati di falsità ideologica commessa da pubblico ufficiale in atti pubblici ed uno per falsa perizia oltre che per truffa aggravata. Quindi, bisognerà attendere il periodo che servirà al titolare del fascicolo, il sostituto procuratore di Patti Luca Melis, per chiudere le indagini e notificare i relativi avvisi di conclusione. In questa fase, dal punto di vista giudiziario, nessuno degli indagati sarà sentito dagli inquirenti. Nel corso degli accertamenti, inoltre, dovrà essere valutato il valore dei due beni sottoposti a sequestro preventivo dal gip di Patti Maria Pina Scolaro. Si tratta di libretti postali di risparmio, beni immobili e terreni intestati, di proprietà dei sue falsi ciechi scoperti, uno di 78 e l’altro di 66 anni. Le indagini sono scattate lo scorso anno, non è chiaro se a seguito di una fitta attività di intelligence o perché c’è stata una segnalazione. I carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di S. Stefano di Camastra, sotto le direttive del capitano Michele Laghi, hanno avviato una lunga attività di appostamento dopo avere verificato che i due pensionati percepivano dall’Inps la pensione di invalidità e la relativa indennità di accompagnamento, per essere stati certificati come ciechi al cento per cento.

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