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"Eva Braun era ebrea"
Ma la razza ebraica
non è mai esistita

Una spazzola dovrebbe “rivoluzionare” quanto sappiamo su Eva Braun: la giovane compagna di Adolf Hitler, sposata dal Führer il giorno prima del suicidio di coppia nel bunker di Berlino, avrebbe potuto avere origine ebraica secondo l’ipotesi adombrata da un documentario della tv britannica Channel 4, e suffragata – a dire di un gruppo di ricercatori – dalle analisi del Dna di capelli trovati appunto in una spazzola, nella villetta di Berghof, nel villaggio montano bavarese di Obersalzberg, la casa in cui la Braun trascorse la maggior parte del tempo, durante la seconda guerra mondiale: il nido “romantico” nel quale la stessa Eva provò a trasmettere una immagine idillica della vita privata del dittatore nazista, l’uomo che in nome di un’irriducibile ideologia razzista si rese responsabile dello sterminio di sei milioni di ebrei.


 Nei capelli ritrovati nello chalet i ricercatori avrebbero individuato, ha detto Channel 4, una sequenza del Dna «fortemente associata» agli ebrei askenaziti, che rappresentano circa l’80% della popolazione ebraica. E in Germania numerosi askenaziti si erano convertiti al cristianesimo nell’Ottocento. Ovviamente, comunicata in modo così semplicistico la notizia indurrebbe a pensare che esista una «razza ebraica», esattamente come sostenevano nella loro follia i nazisti: invece quello ebraico è un popolo, unito dalla religione comune, ma non certo una razza. È ebreo chi è di religione ebraica, non perché appartiene a una fantomatica «razza». Ed è fuori di dubbio che Eva Braun non fosse di religione ebraica. E dunque il presunto “ebraismo” di Eva Braun è davvero una cosa assolutamente improponibile.


Se poi la ricerca afferma che il (presunto) corredo genetico della Braun è compatibile con quello di una (vasta) popolazione, la maggior parte della quale nel secolo precedente era di religione ebraica, e che dunque potrebbe essere che gli antenati, o alcuni di essi, della Braun fossero ebrei (cioè, insistiamo, di religione ebraica), è tutta un’altra cosa (per giunta al momento assolutamente non comprovabile in alcun modo).


Dunque suonano senz’altro sensazionalistiche e francamente eccessive le dichiarazioni di Mark Evans, il moderatore di “The dead famous DNA” di Channel 4: «Si tratta di una scoperta sconcertante. Non avrei mai osato immaginare che si potesse arrivare a un risultato così straordinario». Peraltro, nemmeno i “risultati” in questione sono provati al cento per cento: secondo gli stessi autori della ricerca, per confermare pienamente l’ipotesi si dovrebbe paragonare il presunto Dna della Braun a quello delle sue due discendenti ancora vive, che finora hanno – a nostro avviso saggiamente – rifiutato di sottoporsi al test.
Eva Braun (1912-1945) trascorse al fianco di Adolf Hitler gli ultimi 14 anni della sua breve vita. Ne condivideva ogni idea, si suppone. E certo non era – quali che fossero i suoi antenati – “ebrea”, visto che essere ebrei è far parte consapevolmente di una comunità religiosa e civile.  

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