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Dell'Utri: "Non intendo
sottrarmi alla cattura"

È latitante l'ex senatore Marcello Dell'Utri ricercato dopo che la Corte d'appello di Palermo ha emesso a suo carico un'ordinanza di custodia cautelare in carcere. In vista dell'udienza di martedì della Cassazione che potrebbe confermare la condanna per concorso in associazione mafiosa Dell'Utri ha lasciato l'Italia. E' ancora mistero su dove sia l'ex senatore. Agli inizi di aprile era a Beirut, secondo ambienti della procura generale di Palermo. Non è chiaro se i magistrati abbiano chiesto al ministero della giustizia di attivare l'Interpol per le ricerche del latitante attraverso l'emissione di un mandato di cattura internazionale. Ma fonti ben informate in Libano e altre collegate alle autorità che controllano il traffico in entrata e in uscita dell'aeroporto internazionale della capitale libanese smentiscono che sia mai arrivato nel Paese. 

L'ex senatore sarebbe irreperibile "sin dalla seconda metà dello scorso mese di marzo", riferisce la Dia di Palermo, alla quale è stata delegata la notifica dell'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Dell'Utri, emessa l'8 aprile scorso dalla terza sezione della Corte d'Appello di Palermo.

"Tengo a precisare - dice in una nota all'ANSA Dell'Utri - che non intendo sottrarmi al risultato processuale della prossima sentenza della Corte di Cassazione; e che trovandomi in condizioni di salute precaria - per cui tra l'altro ho subito qualche settimana fa un intervento di angioplastica - sto effettuando ulteriori esami e controlli".

Il provvedimento scaturisce infatti proprio da un'attività d'indagine della Dia, che ha consentito l'acquisizione di numerosi riscontri ed elementi investigativi circa la sussistenza di un grave e concreto pericolo di fuga dell'imputato. Immediatamente è stato attivato il personale dei Centri operativi della Dia sul territorio nazionale, che ha controllato tutti i recapiti conosciuti di Dell'Utri e dei suoi familiari ma senza alcun esito. L'ex senatore risulta "irreperibile" e la Corte d'Appello, ricevuti i verbali della Dia, ne ha dichiarato lo stato di latitanza.

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