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Abu Mazen e Shimon Peres presto in Vaticano con Papa Francesco

Papa Francesco è in Palestina, seconda tappa del suo viaggio in Terra Santa.

E' arrivato sulla "papamobile" aperta alla Piazza della Mangiatoia di Betlemme dove celebra la messa. Il Pontefice è stato accolto con grande entusiasmo della folla, anche con grida "Viva il Papa" in italiano, tra canti, palloncini colorati e sventolii di bandiere. La piazza e una parte dell'attiguo piazzale della Basilica della Natività possono contenere circa novemila persone. Sono presenti anche fedeli provenienti dalla Strisca di Gaza e dalla Galilea (Israele), nonché alcune centinaia di lavoratori migranti dall'Asia. Moltissime le etnie e le nazionalità dei pellegrini: palestinesi, israeliani, indiani, filippini, polacchi e un nutrito numero di italiani.

Il Papa ha invitato Abu Mazen e Shimon Peres a pregare insieme per la pace. "Offro la mia casa del Vaticano per questo incontro di preghiera", ha detto al Regina Coeli alla fine della Messa a Betlemme.

Il presidente palestinese Abu Mazen e quello israeliano Shimon Peres "saranno in Vaticano in tempi molto rapidi". Lo ha detto padre Federico Lombardi spiegando che per raccogliere l'invito del Papa l'incontro si deve svolgere prima della fine del mandato di Peres, che decorre a luglio. Quindi l'incontro potrebbe avvenire il mese prossimo.

Peres ha accettato subito l'invito di papa Bergoglio a recarsi in Vaticano dove dovrebbe incontrare il presidente palestinese Abu Mazen. Lo ha detto il portavoce di Peres: "Il presidente accetta l'iniziativa del papa e ha detto di apprezzare ogni sforzo per raggiungere la pace tra Israele e i suoi vicini".

L'Olp accetta l'invito di Papa Francesco per una preghiera di pace congiunta con Israele nel Vaticano. Lo afferma l'agenzia di stampa palestinese Maan, citando a sua volta la Cnn.

"Sua santità, sei nostro fratello": così il presidente israeliano Shimon Peres ha accolto il papa appena arrivato in Israele. "E pregheremo tutti - ha aggiunto - per la pace nel mondo e la giustizia nel mondo".

"La 'soluzione di due Stati' diventi realtà e non rimanga un sogno". Lo ha affermato papa Francesco nel suo discorso alla cerimonia di benvenuto in Israele, all'aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, parlando dinanzi al presidente Peres e al premier Netanyahu del processo di pace israeliano-palestinese. Anche al suo arrivo in Israele papa Francesco è tornato con parole molto forti sul tema della pace in Medio Oriente. Parlando di Gerusalemme, "città di valore universale", "città della pace", ha sottolineato come essa sia "purtroppo ancora tormentata dalle conseguenze di lunghi conflitti". "Tutti noi sappiamo quanto sia urgente la necessità della pace, non solo per Israele, ma anche per tutta la regione", ha ribadito. "Si moltiplichino perciò gli sforzi e le energie allo scopo di giungere ad una composizione giusta e duratura dei conflitti che hanno causato tante sofferenze", ha detto il Papa. "In unione con tutti gli uomini di buona volontà - ha proseguito -, supplico quanti sono investiti di responsabilità a non lasciare nulla di intentato per la ricerca di soluzioni eque alle complesse difficoltà, così che Israeliani e Palestinesi possano vivere in pace". "Bisogna intraprendere sempre con coraggio e senza stancarsi la via del dialogo, della riconciliazione e della pace. Non ce n'è un'altra", ha aggiunto. "Pertanto rinnovo l'appello che da questo luogo rivolse Benedetto XVI - ha concluso -: sia universalmente riconosciuto che lo Stato d'Israele ha il diritto di esistere e di godere pace e sicurezza entro confini internazionalmente riconosciuti. Sia ugualmente riconosciuto che il Popolo palestinese ha il diritto ad una patria sovrana, a vivere con dignità e a viaggiare liberamente".

La Shoah è una "tragedia che rimane come simbolo di dove può arrivare la malvagità dell'uomo", "fomentata da false ideologie". Lo ha detto papa Francesco alla cerimonia di benvenuto in Israele. "Prego Dio che non accada mai più un tale crimine", ha aggiunto. "Promuoviamo un'educazione in cui l'esclusione e lo scontro lascino il posto all'inclusione e all'incontro, dove non ci sia posto per l'antisemitismo, in qualsiasi forma si manifesti, e per ogni espressione di ostilità, discriminazione o intolleranza verso persone e popoli". Lo ha detto papa Francesco all'arrivo in Israele.

 

In preghiera al Muro di Betlemme. Fermandosi vicino al muro di divisione a Betlemme il Papa si è avvicinato, lo ha toccato per alcuni istanti, si è raccolto in preghiera e ha appoggiato la fronte sulla barriera di cemento. Lo ha riferito padre Federico Lombardi nel corso di un briefing, sottolineando che la sosta "non era preparata".

Per le autorità palestinesi, incontrate nel Palazzo presidenziale di Betlemme, papa Francesco ha invocato "la forza necessarie a portare avanti il coraggioso cammino della pace, in modo che le spade si trasformino in aratri e questa Terra possa tornare a fiorire nella prosperità e nella concordia". "Salam!", è stato quindi il suo saluto.

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