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Bossetti incastrato
dalla saliva del papà
su una marca da bollo

La svolta nelle indagini sul caso
dell’omicidio di Yara Gambirasio è arrivata dall’intuizione di
una poliziotta biologa: la saliva dietro la marca da bollo di
una vecchia patente di Giuseppe Benedetto Guerinoni, l’autista
di Gorno che risulta il padre naturale del killer. Lo racconta
in un’intervista a Repubblica un investigatore che fa parte di
un gruppo formato da Squadra mobile di Bergamo, Servizio
centrale operativo, e Polizia scientifica e chiede di restare
anonimo.
«Guerinoni ha fatto questo regalo alla scienza - spiega -:
ha leccato una marca da bollo. La nostra intuizione è stata
quella. Una nostra biologa ha capito che dietro quel francobollo
c'era la chiave per arrivare alla soluzione del giallo. Una
svolta che, dopo i riscontri della Scientifica e dell’Università
Tor Vergata, ha convinto l’autorità giudiziaria, di intesa con
la famiglia, a far riesumare la salma per prelevare altro
materiale biologico». La patente come un punto di svolta ma
anche tante difficoltà nelle indagini, la più grossa è stata
«l'omertà». «Non ricordo un’altra indagine di polizia dove ho
trovato un muro di gomma così alto e spesso su storie di
corna». Perché Massimo Giuseppe Bossetti ancora non parla?
Forse «perché non si è ancora reso conto di come, passati
quattro anni, siamo arrivati a beccarlo».
Con La Stampa parla, sempre in forma anonima, un comandate
dei Ros che ha seguito le indagini. «Il caso da giudiziario si
era trasformato in format televisivo. Un problema», «avevamo
la sensazione che ci fosse ormai un tiro al bersaglio», ci
siamo imposti «di procedere solo per blocchi logici, ambiti
sicuri, cercare uno schema razionale che ci aiutasse». Lo hanno
trovato nello screening del Dna, «un lavoro immane che alla
fine ci ha premiati». Analizzare il profilo genetico di 18 mila
persone? «Non lo avremmo mai immaginato, credo che non esista
un lavoro del genere al mondo».(ANSA).

La svolta nelle indagini sul caso dell’omicidio di Yara Gambirasio è arrivata dall’intuizione di una poliziotta biologa: la saliva dietro la marca da bollo di una vecchia patente di Giuseppe Benedetto Guerinoni, l’autista di Gorno che risulta il padre naturale del killer. Lo racconta in un’intervista a Repubblica un investigatore che fa parte di un gruppo formato da Squadra mobile di Bergamo, Servizio centrale operativo, e Polizia scientifica e chiede di restare anonimo. «Guerinoni ha fatto questo regalo alla scienza - spiega -ha leccato una marca da bollo. La nostra intuizione è stata quella. Una nostra biologa ha capito che dietro quel francobollo c'era la chiave per arrivare alla soluzione del giallo. Una svolta che, dopo i riscontri della Scientifica e dell’Università Tor Vergata, ha convinto l’autorità giudiziaria, di intesa con la famiglia, a far riesumare la salma per prelevare altro materiale biologico». La patente come un punto di svolta ma anche tante difficoltà nelle indagini, la più grossa è stata «l'omertà». «Non ricordo un’altra indagine di polizia dove ho trovato un muro di gomma così alto e spesso su storie di corna». Perché Massimo Giuseppe Bossetti ancora non parla? Forse «perché non si è ancora reso conto di come, passati quattro anni, siamo arrivati a beccarlo». Con La Stampa parla, sempre in forma anonima, un comandante dei Ros che ha seguito le indagini. «Il caso da giudiziario si era trasformato in format televisivo. Un problema», «avevamo la sensazione che ci fosse ormai un tiro al bersaglio», ci siamo imposti «di procedere solo per blocchi logici, ambiti sicuri, cercare uno schema razionale che ci aiutasse». Lo hanno trovato nello screening del Dna, «un lavoro immane che alla fine ci ha premiati». Analizzare il profilo genetico di 18 mila persone? «Non lo avremmo mai immaginato, credo che non esista un lavoro del genere al mondo».(ANSA).

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