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Sequestrati
due depuratori

 Sei avvisi di garanzia sono stati recapitati ieri a Gioiosa Marea nell’ambito dell’operazione “Acque Pulite III”. Tredici i capi d’imputazione contestati nei confronti di due sindaci, un tecnico comunale, il titolare di una ditta di autospurgo e due gestori degli impianti. Le ipotesi di reato vanno dall’inquinamento di acque marine all’omissione in atti d’ufficio per la procedura di autorizzazione allo scarico, fino allo scarico di reflui con parametri batteriologici superiori fino a 1100 volte superiori ai limiti previsti. Sotto inchiesta sono finiti amministratori ed ex amministratori, dirigenti comunali e due imprese coinvolte nella gestione dei depuratori nel comune di Gioiosa Marea. Oggetto d’indagine sono stati in questi mesi i due depuratori utilizzati dal comune gioiosano: quello di contrada Catello, sul versante Zappardino, e quello della frazione di San Giorgio. Uno dei capi d’imputazione riguarderebbe la violazione delle procedure di appalto e il conseguente abuso d’ufficio. Le indagini hanno infatti analizzato le procedure di affidamento dei lavori di manutenzione dell’impianto di depurazione, ed avrebbero rivelato che, anziché effettuare una gara di appalto, l’affidamento dei servizi veniva artificiosamente frazionato per aggirare le regole in materia di appalti e di affidamento diretto dei lavori. Tale escamotage avrebbe permesso di affidare direttamente i lavori alla medesima ditta mediante continue proroghe di due mesi, procedura non validamente motivata, arrivando ad emettere fino a 12 determine dal 2011 al 2013 con, secondo le accuse, il conseguente ingiusto vantaggio patrimoniale del gestore. Contestato anche lo stoccaggio illecito di rifiuti speciali non pericolosi per i fanghi da depurazione non smaltiti e depositati dentro l'impianto di Zappardino. Secondo gli inquirenti, sarebbe stata individuata anche un'attività illecita di smaltimento di rifiuti liquidi provenienti dalla pulizia della rete fognaria e scaricati senza la prescritta comunicazione presso l'impianto di Contrada Catello, utilizzato di fatto per lo smaltimento dei rifiuti liquidi, senza averne la specifica autorizzazione. A mettere i sigilli agli impianti, e a notificare i sei avvisi di garanzia, sono stati i Commissariati di Capo d’Orlando e di Patti, insieme alla Capitaneria di Porto, su disposizione del GIP del Tribunale di Patti Ugo Domenico Molina e su richiesta del sostituto procuratore Rosanna Casabona della Procura della Repubblica di Patti. L’operazione è il proseguimento del grande filone d’in - chiesta che ha riguardato nel febbraio 2012 e nel luglio 2013, i depuratori di Piraino e di Capo d’Orlando. Le indagini, mai interrotte nel corso di questi anni in cui la Polizia ha passato al setaccio i depuratori della zona, hanno permesso di scoprire che l’impianto di depurazione di San Giorgio di Gioiosa Marea, sebbene realizzato vent’anni fa, non è mai entrato in funzione. Il provvedimento cautelare è scattato a seguito delle risultanze investigative dei Commissariati di Capo d’Orlando e Patti e della Capitaneria che già lo scorso anno avevano portato al sequestro, a settembre dello scorso anno, di oltre 40 metri cubi di fanghi da depurazione lasciati in deposito incontrollato presso l’impianto di depurazione.

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