Tregua sì, ma con moderazione. Il sito della presidenza ucraina ha modificato il testo del comunicato sulla telefonata tra Putin e Poroshenko sostituendo l'espressione "cessate il fuoco permanente" con "regime di cessate il fuoco". Solo un dettaglio, forse, ma che nel panorama sdrucciolevole delle relazioni tra Mosca e Kiev potrebbe avere un impatto sul campo. Putin, in tutto questo, ha presentato le 'sue' condizioni per la soluzione del conflitto.
Il comunicato orginale della presidenza ucraina parlava infatti di un accordo "permanente" sul cessate il fuoco nel Donbass, la regione industrial-mineraria dell'est ucraino in preda da mesi al conflitto tra Kiev e i ribelli filorussi. Dmitri Peskov, portavoce del Cremlino, ha confermato che nella loro telefonata Putin e Poroshenko "si sono accordati in gran parte sui passi che favorirebbero al più presto il cessate il fuoco tra i reparti militari ucraini e i miliziani a sud-est del Paese".
Il portavoce ha poi aggiunto che ''la Russia non può fisicamente mettersi d'accordo sul cessate il fuoco dato che non è parte del conflitto''.
Poco dopo, però, il premier dell'Ucraina Arseni Iatseniuk ha annunciato al consiglio dei ministri un non meglio precisato 'Progetto Muro' per "costruire una vera frontiera con la Russia", Paese quest'ultimo che a suo avviso dovrebbe essere indicato come "aggressore" nella nuova dottrina di difesa ucraina.
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