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Jobs Act, voto finale alla Camera entro il 26 novembre

Il governo presenterà un suo emendamento al testo della delega per il Jobs Act che recepirà gli emendamenti già presentati dopo l'accordo all'interno del Pd sul tema dell'Articolo 18. L'emendamento dovrebbe arrivare domani alla Commissione Lavoro. Lo conferma il sottosegretario al Lavoro, Teresa Bellanova. L'emendamento atteso dal governo, ha indicato Bellanova a margine dei lavori della Commissione Lavoro della Camera, "riprende tutti gli emendamenti sul tema per finalizzare il reintegro per i licenziamenti disciplinari con la definizione del perimetro delle tipologie" per le quali la reintegra nel posto di lavoro non verrà cancellata per essere sostituita da un indennizzo.

Il ministro per le Riforme, Maria Elena Boschi, incalza sul Jobs Act, chiedendo tempi certi per il via libera dal Parlamento. E, ai cronisti che le chiedono se sarà necessario porre la fiducia sul provvedimento, risponde: "Ancora è prematuro, bisogna prima terminare il lavoro in commissione e vedere quanti emendamenti saranno presentati per l'aula, quindi potremmo deciderlo soltanto nei prossimi giorni. Sicuramente - insiste - c'è la necessità di chiudere in tempi certi".

"Ieri - fa sapere il capogruppo Ncd al Senato Maurizio Sacconi parlando del provvedimento - abbiamo raggiunto una intesa con Poletti. Ci saranno emendamenti del governo che preciseranno come il testo rimarrà sostanzialmente quello del Senato". Parlando a 'La telefonata', Sacconi fa sapere anche di ritenere che "tra un mese ci saranno i decreti attuativi" al jobs act. Quindi, per Sacconi, il testo del Jobs act cambia, ma "in parte minima" e non sarà "quello della direzione del Pd, ma quello del governo".

Il ministro Boschi è intervenuta anche sulla legge elettorale. "Su diversi punti c'è intesa anche con Forza Italia" e "su altri profili, come sempre accade, meno rilevanti, meno centrali, discuteremo in Parlamento e troveremo l'accordo in Parlamento", ha Boschi, parlando di Italicum a margine di una visita alle scuole elementari di Laterina (Arezzo). 

"Non credo  - ha detto ancora - ad una ipotesi di scissione nel Pd" e "credo che i primi ad essere stanchi di continue minacce interne siano gli stessi elettori" democratici. "Civati è libero di fare le sue valutazioni - ha poi aggiunto - Credo però che sia il tempo di finirla con continue polemiche interne". 

Una battuta, poi, sugli ultimi sondaggi riguardanti il Pd. "Credo - ha detto - che avere un partito presumibilmente al 36% sia comunque un buonissimo risultato". "I sondaggi cambiano nel tempo - ha poi aggiunto - e l'esperienza dimostra che talvolta anche i sondaggisti sbagliano".

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