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Tre anni fa la tragedia di Saponara

Luca, Giuseppe, Luigi. Scarcelli, frazione di Saponara. Tre anni fa. Proprio oggi. La montagna che viene giù, l’inferno di fango. La speranza che dura pochissimo. La triste realtà di tre vite spezzate dalla furia del fango. La rabbia dei primi giorni, la risposta delle istituzioni. L’attenzione che pian piano va scemando. Poi tanto silenzio. E in quel silenzio, il lavoro prezioso di chi ha continuato a lottare per questo territorio.

In tre anni sono accadute tante cose a Saponara. A tre anni dall’alluvione, però, casa Valla, la casa di Luigi e Giuseppe, padre e figlio, 25 e 50 anni, è rimasta esattamente com’era un mese dopo la tragedia. Fa un effetto stranissimo entrarci, oggi, sapendo quel che è successo. Fa ancora più effetto sapere che Luigi e Giuseppe erano proprio qui  quando il fango ha sfondato le finestre, è entrato in casa, li ha lasciati senza scampo. Le ricerche dei primi giorni dopo l’alluvione ne hanno portata via una parte. Ma ci sono stanze ancora sommerse. E sopra, la montagna minacciosa, esattamente nel punto in cui la frana è partita, esattamente sopra casa di Luigi e Giuseppe. Accanto al piccolo Luca Vinci, 10 anni, una vita finita troppo presto. Una volta  c’erano le loro foto. Il vento e il tempo se le sono portate via, ma non hanno cancellato il loro ricordo e non hanno attenuato la rabbia di chi ha vissuto la tragedia sulla propria pelle.

Più giù, nella frazione Cavaliere, l’associazione di volontariato Anpas con il contributo di un istituto di credito ha messo a posto una vecchia scuola e l’ha attrezzata per fare attività aperte alla popolazione. A gennaio, invece, dovrebbero iniziare gli interventi più significativi nel paese. Piccoli segnali di rinascita. Oggi, però, è il giorno del ricordo. Del silenzio. Perché nessun intervento potrà restituire quelle tre vite che il fango si è portato via.

 

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