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Truffa: ricettazione assegni, 5 ordinanze custodia cautelare

I carabinieri della Compagnia di Bagheria e della sezione di polizia giudiziaria della Procura di Palermo stanno eseguendo un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip del Tribunale di Palermo nei confronti di 5 persone accusate, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla ricettazione di assegni, truffa e falso. La banda agiva negoziando assegni di provenienza illecita. Fra questi, numerosi titoli del Banco di Sicilia provenienti dallo smarrimento di 5.000 stampe ed assegni tratti su conti correnti aperti da prestanome e privi dei fondi a copertura della emissione. L'indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Salvo De Luca, riprende più inchieste per ricettazione e truffe con assegni, pendenti presso la Procura della Repubblica di Palermo, e ha analizzato e approfondito i rapporti fra gli indagati in differenti procedimenti penali. È stato così possibile ricostruire l'esistenza di una vera e propria organizzazione, grazie ad attività tradizionali (perquisizioni, sequestri, interrogatori) e tecniche (acquisizione e analisi di tabulati telefonici, intercettazioni telefoniche ed ambientali), integrate con le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia. (ANSA)

Le indagini hanno preso spunto, nel 2012, da un contratto preliminare sospetto di vendita di un immobile per il quale erano stati versati assegni del Banco di Sicilia. Gli investigatori hanno scoperto che si trattava di titoli di cui era stato denunciato lo smarrimento. Gli assegni negli anni erano stati messi in circolazione dando vita a centinaia di procedimenti per ricettazione e truffa. Dell'organizzazione avrebbero fatto parte Paolino Cavallaro, Domenico Siciliano, Attilio Di Stefano, Salvatore Storniolo e Antonino Ribaudo. E insospettiti dal fatto che in diversi procedimenti penali ricorresse lo stesso nome negli assegni smerciati, gli inquirenti hanno deciso di approfondire la vicenda. Si è scoperto, tra l'altro, che la banda inscenava acquisti di abiti lussuosi e oggetti di pregio che poi pagava puntualmente con assegni senza valore. L'organizzazione aveva un debole anche per l'arte: Cavallaro e Siciliano hanno acquistato in una galleria palermitana circa 75 quadri di pittori, tra cui Guttuso, pagando con assegni falsi per circa 100 mila euro. Ma l'organizzazione non si limitava agli assegni e smerciava orologi di marca falsi. Il più 'creativo' tra i quattro sarebbe stato Siciliano, arruolato nella banda proprio per le sue 'doti'. In un'occasione si è finto, al telefono, un commerciante cinese in grado di piazzare orologi di valore. Gli arrestati sono stati trovati in possesso di file con timbri postali contraffatti con cui attestavano il pagamento di bollette per la fornitura di servizi telefonici e televisivi. Complessivamente l'attività illegale dell'organizzazione avrebbe fruttato circa 350 mila euro.(ANSA)

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