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“Gotha” e “Pozzo 2”
Il pm chiede 13 anni
per Aquilia e Scirocco

  Il pubblico ministero Fabio D’Anna, al termine della lunga requisitoria pronunciata nel giudizio immediato del processo scaturito dalle inchieste denominate Gotha e Pozzo II ha chiesto ieri ai giudici del Tribunale di Barcellona, la condanna a 13 anni di reclusione e al pagamento di una multa di 10 mila euro, per gli imprenditori edili, il barcellonese Mario Aquilia, 46 anni e il socio Francesco Scirocco, 49 anni di Gioiosa Marea, ritenuti dalla Dda di Messina tra coloro che gestivano le imprese del cartello della mafia di Barcellona. Aquilia e Scirocco erano stati arrestati all’alba del 24 giugno 2011 nell’ambito dell’operazione antimafia. Ai due imputati, che nel frattempo hanno avuto concessi i domiciliari, si contesta l’accusa di concorso in associazione mafiosa ed estorsione aggravata dalle modalità mafiose nei confronti di titolari di una impresa che hanno denunciato vessazioni in subappalti per i lavori di metanizzazione eseguiti nell’hinterland di Barcellona. A parlare di Mario Aquilia e Francesco Scirocco che sarebbero riconducibili all’impresa Isma srl con sede a Barcellona intestata ad un prestanome e degli altri imprenditori che, secondo l’ac - cusa, comporrebbero il cartello delle ditte della mafia barcellonese, alcuni collaboratori di giustizia, in particolare Carmelo Bisognano e Alfio Giuseppe Castro, che hanno altresì riferito di forti interessi del sodalizio barcellonese nel settore degli appalti pubblici. Tale aspetto dell’attività del clan, a loro dire, è curato principalmente da Salvatore Di Salvo, detto “Sem”, il quale si sarebbe avvalso di imprenditori organici al gruppo quali Mario Aquilia e Francesco Scirocco. Nello specifico, l’ex capo dei “Mazzarroti” Carmelo Bisognano ha indicato in Salvatore “Sem” Di Salvo il soggetto che, per conto del sodalizio mafioso gestiva le gare truccate, specificando le ditte cui si appoggiava per l’aggiudicazione, assieme ad altri imprenditori a lui vicini, quali Mario Aquilia e Francesco Scirocco e altri ancora. Dopo le richieste dell’accusa sostenuta dal pm Fabio D’Anna che pur trasferito ad altra sede è rimasto applicato alla Distrettuale antimafia di Messina per questo processo, sono intervenuti i legali di parte civile, l’avv. Giuseppe Mormino che difende i titolari della società “Sed” di Ragusa che sarebbe stata vessata dai due imprenditori nei lavori di subappalto del terzo tronco del metanodotto tra Montalbano e Messina, subappaltato dalla “Bonatti spa”di Parma. Intervenuti l’avv. Giuseppe Sgrò parte civile per il Comune di Mazzarrà e l’avv. Filippo Barbera costituitosi per i comuni di Barcellona e Montalbano. Per l’Ance, l’associazione nazionale costruttori edili, si è costituito l’avv. Salvatore Librizzi. 

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