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La priorità? “Blindare” il confine sud

 S e le dichiarazioni eteree di taluni politici equivalessero a militari ben addestrati ed equipaggiati, l’Italia sarebbe una superpotenza. Se potessero essere convertite in euro, avremmo risolto il problema del debito pubblico. Potremmo, insomma, guardare al futuro con fiducia anche a fronte di problemi complessi, come la crisi economica o il caos armato in Libia. Ma così non è. Il ministro Gentiloni, ora che la guerra divampa a poche miglia dalla Sicilia, giusto per non smentire la tradizione parolaia dei palazzi romani, ha pensato che bastasse la minaccia di menar le mani per fare fuggire i tagliatori di teste dell’Isis. Salvo, poi, a fare marcia indietro: «Ci aspettiamo una presa di coscienza dell’Onu per favorire il dialogo politico. Il deterioramento della situazione a Tripoli impone un cambio di passo, prima che sia troppo tardi». Complimenti all’inquilino della Farnesina per una tale strategia, ma ci ricordi qualche intervento risolutivo del Palazzo di Vetro. Indichi un redivivo Gandhi capace di dialogare col califfo assassino. Meglio confidare nell’Egitto! Un po’ di serietà, dunque, e si approfondisca la notizia lanciata dal britannico Daily Telegraph: «L’Isis vuole utilizzare la Libia per portare il caos nel Sud dell’Europa». I servizi segreti di Sua Maestà sarebbero in possesso di documenti comprovanti un piano finalizzato al massiccio ingresso di terroristi in Italia ed Europa. Lo strumento indicato sono i barconi degli immigrati, che imbottiti di tritolo potrebbero servire pure per «attaccare le navi crociate». Si aggiunga che miliziani dello Stato islamico e di Boko Haram sono in movimento verso il confine con la Tunisia. Il premier libico, Abdullah al Thani, nel corso di un’intervista, ha lanciato l’allarme: l’Onu non ha autorizzato l’invio di armi e munizioni ai governativi impegnati a evitare altri “sconfinamenti”. Dialogo, Nazioni Unite, truppe in Libia? È meglio, realisticamente, presidiare le nostre acque territoriali, ormai segnate solo sulla carta geografica. E, visto il via vai, sarebbe interessante sapere per quale arcano motivo le navi che soccorrono i migranti nel Mediterraneo, comprese quelle battenti bandiera estera, attraccano sempre e solo in Sicilia e Calabria. Quando potrebbero approdare pure a Malta, Grecia e Spagna, giusto per citare i Paesi più vicini alle rotte dei mercanti di uomini. Tra questi Governi europei, chi tutela meglio gli interessi dei propri cittadini? 

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