Il ministro delle Infrastrutture Maurizio Lupi ha annunciato le sue dimissioni in Aula alla Camera ma non senza una difesa serrata del suo operato. "Me ne vado a testa alta", ha detto. "Non chiedo garantismo - ha puntualizzato - perchè dai pm non c'è nessuna accusa". E rivendica il lavoro di questi 22 mesi al ministero che "non possono essere cancellati in tre giorni".
Stretto tra il pressing, anche nella maggioranza, e la pubblicazione di nuove carte dell'inchiesta grandi opere che lo lambiscono, il titolare delle Infrastrutture ha dunque ceduto annunciando ieri a 'Porta a Porta' che avrebbe lasciato il suo incarico. Per la successione tra le ipotesi c'è quella del presidente della commissione anticorruzione Raffaele Cantone. "A sole 72 ore dai fatti - ha detto - c'è la presa d'atto della necessità della mia scelta che sto compiendo e della mia comunicazione al presidente del consiglio e al presidente della Repubblica. A 72 ore dai fatti e a non da 72 giorni". (ANSA)