Ergastolo. Alle 15 di ieri, dopo due ore e mezza di camera di consiglio, la Corte d’Assise di Messina (presidente Salvatore Trovato, a latere Giuseppe Miraglia oltre a sei giudici popolari), in accoglimento della richiesta avanzata dal Pm Rosanna Casabona nella precedente udienza, ha deciso il carcere a vita per Sebastian Oriti, 20 anni, di Rocca di Capri Leone, accusato di avere ucciso a coltellate Andrea Oberdan Bruno, 24 anni, la mattina dell’11 febbraio 2013. La sentenza ha quasi del tutto confermato l’impianto accusatorio: omicidio con l’aggravante della premeditazione oltre al danneggiamento dello scooter della vittima ed al porto illegale del coltello utilizzato per il delitto. Invece è stata esclusa l’aggravante dei futili motivi. In pratica per la Corte il movente dell’agguato (tale è stato definito dal Pm durante la requisitoria) non è addebitabile alle liti che i due giovani protagonisti della tragica vicenda avrebbero avuto per una ragazza, minorenne al tempo dei fatti, sentimentalmente legata all’imputato ma che avrebbe avuto in simpatia la vittima. Oriti, oltre all’ergastolo, è stato condannato al pagamento delle spese processuali e del mantenimento in carcere dove si trova rinchiuso, a Termini Imerese, dal giorno dell’omicidio, interdetto durante l’esecuzione della pena e condannato al risarcimento della parte civile costituita, da liquidarsi in separata sede e con una provvisionale di 80.000 euro nei confronti di Adele Pintabona, madre della vittima e di 20.000 per la sorella Lucia, quindi zia del Bruno. Inoltre la Corte, anche in questo caso accogliendo la richiesta della pubblica accusa, ha ordinato la trasmissione degli atti al pm per le valutazione in ordine agli ipotizzati reati di calunnia e falsa testimonianza nei confronti di tre amici dell’imputato, Giuseppe Arcodia Signorello, Francesco Martina e Alessio Antonuccio, escussi durante la fase dibattimentale e solo di falsa testimonianza per i genitori ed il fratello dello stesso Oriti.
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