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Pentito: soldi droga
in attività di Berlusconi

PALERMO, 11 GIU - "Negli anni settanta la mafia aveva bisogno di riciclare i soldi guadagnati col traffico della droga. Parte di quei miliardi venivano portati a Milano da Vittorio Mangano che, tramite Marcello Dell'Utri, li reinvestita nelle attività edilizie di Silvio Berlusconi". Lo ha detto il pentito Gaetano Grado che sta deponendo al processo sulla cosiddetta trattativa Stato-mafia che vede imputati Massimo Ciancimino, boss, ex politici e militari dell'Arma. Alla sbarra anche Dell'Utri, accusato di minaccia a Corpo politico dello Stato. A raccontare al teste del flusso di miliardi che i clan di Stefano Bontade, Mimmo Teresi, Salvatore Inzerillo e Saro Riccobono avrebbero riciclato sarebbe stato lo stesso Mangano, poi assunto come stalliere ad Arcore da Berlusconi. "Si trattava di diversi miliardi - ha aggiunto Grado - Mangano li trasportava in auto". Il pentito ha anche raccontato di un incontro in un ristorante milanese di via del Senato al quale avrebbe partecipato anche Dell'Utri. "Fu mio fratello Antonino - ha detto - a dirmi di andare a Milano per incontrare Dell'Utri. Io non volevo perché non avevo simpatia per chi aveva legami con la politica, ma poi cedetti. A fine pranzo loro dovevano parlare di traffico e siccome io ero contrario alla droga mi allontanai". Il presidente della corte d'assise ha fatto notare al teste che negli anni 70 Dell'Utri non aveva ancora esordito sulla scena politica. Grado ha replicato sostenendo che già negli anni 70, ben prima della nascita di Forza Italia, Dell'Utri aveva interesse per la politica e avrebbe favorito alle elezioni regionali suoi candidati.

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