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Greci, banche chiuse
fino al 7 luglio

Il premier greco Alexis Tsipras ha annunciato la chiusura di banche e Borsa di Atene nella giornata di domani. Il Consiglio per la stabilita' finanziaria greco ha raccomandato la chiusura delle banche per i prossimi 6 giorni lavorativi. In base alla raccomandazione le banche dovrebbero dunque riaprire martedi' 7 luglio. Lo stop dovrebbe arrivare a comprendere lunedi' 6 luglio, giorno successivo alla celebrazione del referendum sul piano di aiuti indetto dal governo per domenica prossima 5 luglio.

"I tentativi di cancellare il processo democratico sono un insulto e una vergogna per le tradizione democratiche in Europa". L'accusa e' del premier greco che ha invitato la popolazione alla calma sottolineando che "i depositi dei greci sono al sicuro".
  La banca centrale ellenica, riferisce ancora Tsipras, ha suggerito di chiudere Banche e Borsa nella giornata di domani.
  E Tsipras accusa di questo la Bce. Ma ne' l'Eurotower ne' altri, aggiunge, "fermeranno il processo del referendum". Se i partner dell'Eurozona vogliono, afferma ancora, "possono dare alla Bce la liberta' di ripristinare la liquidita' delle banche anche stanotte stessa". La decisione di respingere la richiesta greca "per una breve estensione del programma", rileva, "e' un atto senza precedenti per gli standard europei e mette in questione il diritto di un popolo sovrano di decidere".

"Le recenti decisioni di Bce ed Eurogruppo hanno un solo obiettivo: tentare di soffocare la volonta' del popolo greco". Lo scrive Alexis Tsipras su Twitter sottolineando che "non ci riusciranno: accadra' l'esatto opposto. Il popolo greco resistera' con ancor piu' caparbieta'".

 

"Dobbiamo utilizzare questi giorni per trovare una soluzione positiva". Lo afferma al Tg1 il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, che ribadisce: "E' stata la Grecia ad abbandonare unilateralmente il tavolo". Per Padoan una Grexit "non e' auspicabile".

"Se ci saranno shock sul mercato finanziario, cosa da non escludere, questi shock saranno limitati e, in ogni caso, la Bce dispone di strumenti potentissimi per contrastare questi shock. I fondamentali dell'economia italiana, sia in termini di crescita sia di finanza pubblica, sono molto piu' solidi". Lo afferma al Tg1 il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan.
  
   Padoan aggiunge: "Se ci sara' una evoluzione negativa, non auspicabile, verso una Grexit, allora sara' il momento per l'Europa e l'euro di accelerare il processo di integrazione: diventare piu' robusti, magari prendendo spunto dal rapporto dei quattro Presidenti".
  
   C'e' un piano del Tesoro per fronteggiare un'eventuale Grexit? "Al Tesoro - risponde Padoan - abbiamo adottato un atteggiamento molto prudente. Nel Def abbiamo fatto stime molto prudenziali per quanto riguarda il fabbisogno di interessi. In questi mesi di tassi bassi abbiamo anche portato fieno in cascina, cosi' che il costo del debito e' in ogni caso estremamente protetto".

 

La decisione greca sulla chiusura degli sportelli e' stata studiata dal Consiglio per la stabilita' finanziaria di Atene e sara' raccomandata dal ministro delle Finanze, Yanis Varofakis all'esecutivo. Nel consiglio, oltre a Varoufakis, siedono il suo vice Dimitris Mardas, il governatore della banca centrale Yiannis Stournaras, il presidente dell'associazione bancaria, quello del fondo di salvataggio delle banche e quello della commissione di controllo sul mercato dei capitali.

La Banca centrale europea manterra' la fornitura di liquidita' di emergenza (Ela) alle banche greche al livello attuale, quello deciso venerdi' 26 giugno. Lo riferisce una nota della Bce, aggiungendo di stare operando con la Banca centrale greca per conservare la stabilita' finanziaria. Il Consiglio direttivo si dice pronto a riconsiderare la sua decisione.
 

"A seguito - si legge nel comunicato - della decisione delle autorita' greche di indire un referendum e della mancata proroga del programma Ue di salvataggio, il Consiglio direttivo della Bce lavorera' a stretto contatto con la banca di Grecia per mantenere la stabilita' finanziaria".

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Il Consiglio sta monitorando attentamente la situazione nei mercati finanziari e le potenziali implicazioni per la linea di politica monetaria e per il bilancio dei rischi sulla stabilia' dei prezzi nell'euro area. Il Consiglio - conclude il comunicato - e' determinato ad usare tutti gli strumenti a sua disposizione nell'ambito del suo mandato".

Il governatore della Banca centrale europea Mario Draghi sostiene l'impegno dei paesi Ue per far fronte alla crisi greca. "Continuiamo a lavorare strettamente con la Banca di Grecia e sosteniamo fortemente l'impegno degli stati membri ad agire per affrontare la fragilita' delle economie dell'area euro". Il Governatore della Banca centrale greca Yannis Stournaras, dichiara: "La Banca di Grecia, come membro dell'Eurosistema, prendera' tutte le misure necessarie per assicurare la stabilita' finanziaria per i cittadini greci in queste difficili circostanze".

Ieri sera, a 48 ore dall'ormai probabile default della Grecia e quindi la sua uscita dall'euro, il Parlamento ellenico ha approvato la richiesta del premier Alexis Tsipras di effettuare un referendum domenica prossima 5 luglio per ottenere l'avallo popolare a respingere l'ultima offerta avanzata dai creditori, Ue-Bce-Fmi e Esm. Con i deputati della sinistra radicale di Syriza hanno votato a favore del referendum quelli di estrema destra della formazione filo-nazista Alba Dorata. Contro la consultazioni i filo-europei di centro-destra di Nea Dimokratia, i socialisti del Pasok, i centristi di To Potami e i comunisti del KKE. Il premier Alexis Tsipras ha chiuso il dibattito in Parlamento chiedendo ai suoi connazionali di votare "no " al referendum del prossimo 5 luglio per respingere "l'insulto" ricevuto dai creditori. "Il momento della verita' per loro e' venuto, il momento di quando vedranno che la Grecia non si arrendera', che la Grecia non e' un gioco cui si puo' mettere fine. Sono certo che il popolo greco sara' all'altezza delle storiche circostanze ed emettera un forte no all'ultimatim".

Ma la maggioranza dei greci vorrebbe restare nell'Eurozona e quindi voterebbe si' all'accordo con i creditori. Lo dicono due sondaggi pubblicati oggi ma entrambi realizzati prima che il premier Alexis Tsipras annunciasse l'intenzione di chiedere il referendum. Secondo le rilevazioni, il 57% e' favorevole ad accettare l'ultima offerta dei creditori, mentre il 29% e' contrario.

Il primo sondaggio e' stato realizzato da Alco per il domenicale Proto Tema. Secondo i risultati di una seconda rilevazione, realizzata da Kapa Research per il quotidiano To Vima, il 47,2% degli intervistati voterebbe a favore di un "nuovo ancorche' doloroso accordo, contro il 33% di no, mentre gli indecisi sono il 18,4%. Entrambi i sondaggi sono stati realizzati tra il 24 e il 26 giugno.

L'uscita della Grecia dall'Euro non e' mai stata tanto vicina, ma proprio nel giorno in cui e' saltato il tavolo del negoziato fra Atene e le istituzioni (l'ex troika ovvero Ue, Bce e Fmi oltre all'Esm) e l'Eurogruppo si e' riunito per la prima volta senza un suo membro, i paesi della moneta unica ribadiscono che gli strumenti di cui si sono dotati negli ultimi anni permetteranno di combattere il rischio contagio e di evitare il peggio.

"La Grecia fa ancora parte dell'Euro", e' stato ripetuto questa sera a Bruxelles dai partner e dalle istituzioni, e anche il rischio di un default non e' imminente.
  Infatti il governo ha potuto pagare gli stipendi dei dipendenti pubblici e se martedi', come e' probabile, non potra' pagare il suo debito da 1,6 miliardi con il Fmi, si trovera' in una situazione di arretrato, o al massimo di default ma solo nei confronti de Fondo. In ogni caso, ci si aspetta per lunedi' "una giornata molto difficile" per i mercati finanziari e le banche elleniche.

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