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Scorie nucleari,
rivolta dei sindaci

 Cresce la preoccupazione nell’Ennese per le voci - ogni giorno più insistenti - su una vecchia miniera dell’area nord destinata a diventare il centro di stoccaggio nazionale per i rifiuti radioattivi. Dopo le indiscrezioni delle scorse settimane (a lanciare l’allarme era stato l’ex consigliere provinciale Giuseppe Regalbuto, presidente della Commissione miniere dismesse dell’Unione regionale province siciliane) non ci sono state conferme o smentite ufficiali, ma solo numerose reazioni dai territori che potrebbero essere interessati. Dopo un iniziale ventaglio di vari Comuni della provincia che potrebbero “accogliere” fino a 90 mila metri cubi di scorie nucleari (finora sono state formulate varie ipotesi, da Leonforte a Nissoria, da Agira a Troina, da Cerami a Regalbuto) per ultimo si parla con una certa insistenza del sito minerario dismesso di contrada San Paolo, ad Agira, dove evidentemente la popolazione è in allarme ed il sindaco Maria Greco, deputata nazionale del Pd, intende vederci chiaro su cosa ci sia di vero sulle notizie circolate negli ultimi giorni. E al di là degli incontri programmati dalla parlamentare ennese per i prossimi giorni a Roma (l’attuale periodo di ferie di certo non aiuta ad accelerare i tempi) con i vertici politici e burocratici dei ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico, la stessa ha già inviato una lettera al Governatore Crocetta, chiedendo un incontro urgente. Lo scopo è quello di coinvolgere anche la Regione in vista di una eventuale fase di consultazione pubblica nell’ambito della quale tutti i soggetti interessati sarebbero chiamati a formulare osservazioni e proposte. Il primo cittadino di Agira esprime ovviamente «netta contrarietà personale e politica a localizzare “eventualmente” nel nostro territorio» il deposito di rifiuti radioattivi, ed invita appunto la Regione «a comunicare al ministero il proprio non interesse ad ospitare il suddetto deposito». Nel frattempo chiede «il sostegno ed il coinvolgimento delle forze politiche – dice con forza la deputata – ed anche delle associazioni attive nel territorio, per promuovere tutte le iniziative che possano arrivare al risultato finale di garantire la difesa e la tutela della salute pubblica». Reazioni si registrano comunque anche in altri paesi della zona, le cui amministrazioni si accingono a dichiarare a breve i rispettivi territori “Comune denuclearizzato”. A Regalbuto il sindaco, Francesco Bivona, ha già portato l’apposita delibera in Consiglio comunale e analoga cosa sta per avvenire a Troina, Leonforte, Cerami e nella stessa Agira. In pratica i sindaci intendono manifestare immediatamente la loro opposizione alla presenza eventuale di qualunque deposito di scorie nucleari. «Non vogliamo che la nostra terra diventi una pattumiera tossica», dice senza mezzi termini Michele Pitronaci, sindaco di Cerami. L’individuazione del territorio ennese come area idonea ad ospitare il deposito nazionale di scorie sarebbe contenuta negli studi condotti dall’Ispra e dalla Sogin e consegnati ai ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico: il velo sull’esito di queste ricerche e dei relativi sopralluoghi cadrà ufficialmente il mese prossimo, quando sarà resa nota la “Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee alla localizzazione del Deposito”. Ma è chiaro che nessuno vuole ospitare i rifiuti dei vecchi impianti nucleari o dei laboratori di ricerca nel proprio... giardino.

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