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Un controesodo da incubo
taglia Messina in due

 La città tagliata in due, tra il centro e la zona nord, da un’unica impressionante fiumana di auto e pullman, l’immancabile flusso nazionale di traffico dell’ultimo weekend del controesodo di Ferragosto (sicuramente superiore a quello registrato negli ultimi anni). È stata una giornata di eccezionale paralisi e difficoltà, quella di ieri, specie tra le 11 e le 17 non solo per le decine di migliaia di vacanzieri in rientro nel continente, ma anche per quasi altrettanti messinesi che sono rimasti, con le loro auto, bloccati dalle file e dagli ingorghi determinatisi, a cascata, nella circolazione interna. Era tutto ampiamente previsto, così come l’ormai cronica penuria di vigili urbani anche in questa giornata peggio che campale, conseguenza micidiale della riduzione all’osso del Corpo di Polizia municipale, per non parlare dell’età media e del personale concretamente “ido - neo” a lavorare in strada. Ha dato buoni frutti il rinforzo fornito dagli ausiliari del traffico, nel corso della mattinata il comandante Calogero Ferlisi è corso ulteriormente ai ripari spedendo agli incroci più caldi altre due pattuglie, sottraendole alle sezioni Annona e Tutela del territorio. Ma si tratta sempre di contingenti insufficienti per una città sottoposta ad un’autentica servitù di passaggio del traffico nazionale. Fa rabbia pensare ai venti vigili assunti anni fa grazie all’ “emergenza Tir” che non hanno potuto più lavorare a dispetto della stessa perdurante emergenza o ai preziosi 50 vigili contrattisti, tutti in strada, ma rimasti confinati nell’orario minimo delle 18 ore. Ieri, tutti hanno cercato di fare il massimo in condizioni di lavoro ad altissimo stress, con il viale Boccetta e la via Garibaldi interamente invasi da una doppia o tripla coda di vacanzieri, e con la via Vittorio Emanuele anch’essa paralizzata in direzione nord da un interminabile flusso di vetture. La conseguenza è stata la grande difficoltà di quanti dovevano far rientro nella zona nord dopo una mattina di lavoro o magari solo andare a mare sulla riviera. L’unico asse percorribile è stato a lungo quello della Circonvallazione, con l’effetto di dover passare in auto anche una mezzora per percorrere brevi tratti del viale Principe Umberto, ad esempio sino all’incrocio l’Archimede, o del viale Regina Margherita fino a quello con il viale Giostra. Chi invece è rimasto sul corso Garibaldi ha rischiato di venir risucchiato nella palude dei tempi lunghissimi necessari per imbarcarsi per la Calabria –quasi tutti! – con le navi Tourist-Caronte alla rada San Francesco. I tempi medi d’attesa, per quanti entravano in città da Boccetta, sono oscillati tra i 90 minuti e le 2 ore nella parte centrale della giornata. A monte, la coda sulla tangenziale ha invaso non solo la tortuosa rampa in discesa sino all’Archimede ma anche un paio di chilometri della carreggiata autostradale, quasi a partire dall’uscita Messina Centro

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