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Lipari flagellata dalla pioggia battente

 Venti/trenta minuti di pioggia intensa (meglio dire bomba d'acqua) hanno riproposto in tutta Lipari i soliti, insoluti problemi: acuiti, ovviamente, dall'eccezionalità dell'evento. Il corso Vittorio Emanuele, il cuore dell’isola, si è trasformato in un torrente in piena provocando danni, disagi e allagamenti di abitazioni ed attività commerciali. Lo stesso dicasi per la sempre più martoriata via Roma. Sott’acqua è finito anche il palazzetto dello sport “Nicola Biviano”. Gli allagamenti, comunque, non hanno risparmiato nessuna parte dell’isola. Nelle zone alte di Lipari, complice il terreno lasciato “nudo” dagli incendi, pietre e terra sono finite sulle strade, creando più di un pericolo per la circolazione. La frazione di Canneto, paradiso dei bagnanti durante la stagione estiva, è stata praticamente accerchiata dalle acque meteoriche che hanno ingrossato i torrenti Boccetta, Aurora e Calandra. La forza delle acque ha trascinato sin sulle sedi stradali della Marina Garibaldi e della Cesare Battisti pietre, detriti e fango. In alcune zone è stato impossibile uscire di casa per qualche ora. Per l’impraticabilità della parte terminale della Marina Garibaldi di Canneto il traffico diretto a Lami e Acquacalda è stato dirottato sulla angusta parallela Cesare Battisti, trasformata in una pericolosissima strada a doppio senso di circolazione, stante anche la presenza delle auto parcheggiate. A Sottomonastero l’acqua infiltrandosi ha fatto saltare i pozzetti delle fogne e buona parte del caratteristico basolato in pietra lavica di quell’arteria. Anche qui l’acqua è penetrata nelle strutture a piano terra. Impraticabili, in quanto trasformate in piscine, le corsie d’imbarco e sbarco del porto delle navi. Notevole il lavoro per vigili del fuoco e polizia municipale. Il maltempo si è fatto sentire anche a mare con i marosi che, nelle zone più esposte, hanno invaso le sedi stradali. Le imbarcazioni da diporto presenti hanno trovato rifugio a Porto Pignataro dove, purtroppo, si è registrata una situazione alquanto spiacevole. L’aliscafo Mantegna, che aveva assicurato, nonostante le difficili condizioni meteo marine, il collegamento con Alicudi e Filicudi, ha trovato l’area, destinata al rifugio di un mezzo veloce, occupata da alcune imbarcazioni. È rimasto in rada per oltre cinque ore, con l’equipaggio praticamente “s equestrato”, salvo poi cercare rifugio a Rinella (Salina). I collegamenti marittimi, pressoché regolari nella prima parte della giornata, hanno subito tutta una serie di stop nelle ore successive. Il traghetto della ex Siremar, proveniente da Napoli, ha saltato gli scali di Stromboli, Panarea e Vulcano.

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