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Giovane ai domiciliari si toglie la vita impiccandosi a un albero

 Muore a vent’anni impiccandosi ad un albero di quercia. Finisce così la vita di Antonino Giuseppe Maurilio, per tutti Nino, che ieri mattina, in una campagna della periferia luciese, ha deciso di porre fine alla sua esistenza. Il giovane si trovava agli arresti domiciliari dall’ottobre scorso, per reati di furto e rapina. All’alba di martedì, è evaso dalla propria abitazione ed è fuggito lontano da casa. Inutili le ricerche. A ritrovare il corpo, ormai senza vita, il padre del ragazzo, che a lungo e invano, per tutta la mattina, aveva cercato di rintracciarlo. Nino, che viveva con la numerosa famiglia nella parta alta del paese, nel quartiere del centro storico sovrastante la Cattedrale, si era allontanato in sella alla sua inseparabile bicicletta, e aveva fatto perdere ogni traccia. Si era poi recato in località San Cono, in aperta campagna, dove, in mezzo a un pugno di case, la sua famiglia ha una piccola proprietà. Una zona che il ragazzo conosceva bene, sin da piccolo, e dove si recava spesso prima dell’ultimo anno. Lì, dove era cresciuto, in mezzo alle querce e all’erba alta, si è poi avventurato il padre di Nino, con la certezza di ritrovarlo. Ma ogni speranza dell’uomo è infine crollata di fronte alla scena straziante che si è presentata ai suoi occhi. Sul posto sono immediatamente intervenuti i carabinieri della Stazione, al comando del maresciallo Silvestro, e i sanitari della Medicina legale di Milazzo, che non hanno potuto fare altro che constatare il decesso. Interminabile la fila dei parenti e degli amici, accorsi non appena appreso dell’accaduto. Sui fatti indaga la Procura di Barcellona, sebbene sull’ipotesi di suicidio non sembrino esserci dubbi. Oggi saranno celebrati i funerali. La notizia della morte del ragazzo, che è rimbalzata sui social network e si è diffusa rapidamente in paese, ha lasciato la comunità sotto choc. Per la seconda volta nel giro di pochi mesi Santa Lucia del Mela piange un’altra vita spezzata prematuramente, dopo che, a luglio, la tragica morte di un giovane entrato nel tunnel della droga aveva scosso profondamente le coscienze. Adesso, nonostante il copione sia completamente diverso, si torna a fare i conti con il lato oscuro della realtà, quella che ha inghiottito l’esistenza di Nino. Chi lo conosceva bene lo ricorda come un ragazzo fragile, circondato forse dalle compagnie sbagliate. Un ragazzo vittima dei propri errori. C’è chi parla di una delusione d’amore, chi di incomprensioni e conflitti con le persone a lui vicine. Impossibile, in ogni caso, cercare giustificazioni ad una fine così inattesa, che chiude tragicamente la vita difficile di un ragazzo appena ventenne.

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