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Bandire gare
per mobilità
aree interne

Il consigliere regionaledella CDL, Giuseppe Graziano plaude all’approvazione in giunta del piano regionale dei trasporti, ma chiede che vengano riviste le concessioni e indette subito le nuove gare. “ Dopo oltre sette mesi dal suo annuncio da parte del Presidente Oliverio il nuovo Piano trasporti regionale ha fatto il suo primo passaggio in Giunta.  Capiamo – afferma Graziano -  le difficoltà nel mettere mani ad un sistema fermo a vent’anni fa e diventato farraginoso e che le risorse, soprattutto in questo particolare momento storico sono limitate, ma i cittadini non possono più aspettare. E a pagare le peggiori conseguenze di questa ennesima disfunzione, tutta calabrese, sono le nuove generazioni. Migliaia di studenti, particolarmente quelli che vivono nelle aree interne, anche quest’anno per accedere al diritto allo studio sono stati costretti a far sborsare fior di quattrini alle loro famiglie per l’acquisto dei ticket bus a fronte di un servizio del tutto inefficiente. Questo perché la Regione, avendo come punto di riferimento il piano chilometrico e delle esigenze della mobilità datato al lontano 1997 e non indicendo, da allora, nessuna gara per il trasporto pubblico, continua a rilasciare proroghe alle società di autolinee che ovviamente si limitano ad esercitare le tratte di 20 anni addietro. Una situazione paradossale e inammissibile! Giuseppe  chiede  al governatore Mario Oliverio e all’assessore ai Trasporti Roberto Musmanno, di mettere in atto tutte le misure necessarie a fra partire subito il nuovo Piano trasporti e ad indire le nuove gare per una mobilità sostenibile e concreta per tutto il territorio calabrese. Ma anche necessari per la sopravvivenza del comprensorio della Sibaritide, del Pollino e della Sila Greca, che anche in questo caso risultano essere le aree più penalizzate della Calabria. Per i giovani dell’entroterra del Pollino e della Sibaritide, così come quelli del Basso Jonio, non esistono svaghi e le loro  ambizioni sono represse perché le Istituzioni non garantiscono loro i diritti fondamentali a cominciare da quello alla mobilità. Ecco perché – conclude Graziano - appena possono vanno via, spopolano i loro paesi e non tornano più nella loro terra. 

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