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Berlusconi - Renzi, lite sulla Severino

Berlusconi - Renzi, lite sulla Severino

 Lo «show» a Porta a Porta inizia con una gaffe quando nel qualificare i suoi alleati con un aggettivo, Silvio Berlusconi parla della «grinta di Matteo Renzi..» e non di Salvini. Ma, giusto il tempo di precisare di «non essere in tv da tanto e quindi di fare fatica» per poi lasciarsi andare ad un monologo in cui non risparmia nulla e nessuno. Gli affondi più duri, il Cavaliere li riserva a Matteo Renzi e al “tradimento” che ha portato alla rottura del patto de Nazareno: «Il patto con lui - svela il Cavaliere - era di ridarmi l’agibilità politica. Nel patto c’era la modifica della legge Severino». Un’accusa pesante, tanto che Bruno Vespa glielo fa ripetere due volte, a cui però replica quasi in contemporanea il presidente del Consiglio: «Io - mette in chiaro Renzi - non ho mai promesso a Berlusconi una modifica della Severino. Probabilmente si confonde con l’altro Matteo». E in serata arrivano anche una nota ufficiale di FI che smentisce il Cav («Berlusconi non ha mai inteso sostenere che la modifica della Legge Severino o di qualunque altro provvedimento che incidesse sulla sua condizione giudiziaria fosse inclusa nel Patto del Nazareno») e una del capogruppo Renato Brunetta che smentisce a sua volta la nota di FI confermando che la modifica della legge Severino rientrava eccome nel Patto del Nazareno. Che l’obiettivo del leader azzurro sia quello di alzare i toni con il premier è ormai evidente, soprattutto alla vigilia di una campagna per le amministrative a cui Berlusconi fa sapere di voler essere protagonista in prima persona: «Torno in campo. Volevo aspettare la sentenza di Strasburgo, ma abbiamo elezioni importanti», premette il leader di FI che però non risparmia un giudizio al vetriolo nemmeno sul Capo dello Stato: «Non l’ho incontrato - ma fino ad ora non ha dato segni incisivi». Ma è contro il segretario Dem che il Cav usa le parole più dure. A Renzi rinfaccia di «copiare male il programma del centrodestra», lo bolla come «un vecchio Dc nonostante la giovane età» anche se poi di fronte alla possibilità di abolire l’Imu annuncia che FI voterà a favore. A finire sul banco degli imputati è poi Angelino Alfano. L’ex delfino viene considerato ormai nell’organico Pd: «Resterà con loro insieme a Lorenzin». Una scelta che a detta di Berlusconi «non avrà ripercussioni per il centrodestra. Ncd - osserva con una punta di sarcasmo - ha più gente in Parlamento che voti nel Paese». Giudizio diverso invece per Gaetano Quagliariello oramai considerato fuori da Ncd: «Tutti coloro che pensano di essere utili a una battaglia di libertà sono i benvenuti». Una disponibilità che Berlusconi mostra anche nei confronti di Diego Della Valle.

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