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Un anno dopo naufragio
nessuna traccia dei dispersi

Un anno dopo naufragio nessuna traccia dei dispersi

 Il naufragio avvenne la notte fra il 27 e il 28 dicembre 2014. Le temperature erano glaciali e il mare in tempesta. La motonave era in viaggio sulla rotta dalla Grecia ad Ancona quando a bordo scoppiò un incendio. Si diffuse il panico tra i 500 passeggeri, 11 dei quali morirono. Dei 18 dispersi, invece, si persero subito le tracce. I loro resti potrebbero essere ancora nella pancia annerita dalle fiamme del relitto, ormeggiato da febbraio scorso di fronte al terminal crociere del porto di Bari, a disposizione dell'autorità giudiziaria barese che indaga sul naufragio. Sul relitto è in corso da alcuni mesi un incidente probatorio chiesto dalla Procura per accertare le cause dell'incendio, la gestione delle fasi di salvataggio, ma soprattutto la funzionalità di tutti gli impianti a bordo. Nell'indagine, coordinata dai pm Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, sono indagate 12 persone per i reati di cooperazione colposa in naufragio, omicidio plurimo e lesioni nei confronti di centinaia di parti offese. Le accuse riguardano i due legali rappresentanti della società greca Anek, noleggiatrice del traghetto, un dipendente della stessa società Anek, il cosiddetto supercargo (addetto alle fasi di imbarco), l'armatore Carlo Visentini, il comandante Argilio Giacomazzi e sette componenti l'equipaggio. In questi mesi di indagini sono stati analizzati i dati estratti dalle scatole nere e nelle scorse settimane sono iniziate le operazioni di svuotamento (tecnicamente 'smassamento') del traghetto. Questa attività proseguirà a partire dal 7 gennaio nei ponti più interni, il 3 e il 4, quelli più danneggiati dalle fiamme e dove potrebbero esserci prove e cadaveri. (A.A.).

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