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Venti chiamate
prima di sparire

Venti chiamateprima di sparire

Lo ha sostenuto una "fonte della sicurezza" in dichiarazioni al quotidiano egiziano Akhbar Al Youm oggi in edicola. Il giornale precisa che "il rapporto della compagnia telefonica consegnato agli investigatori fornisce prove chiare" per nutrire "sospetti" e che tale documento aiuta la sicurezza nella ricerca dei responsabili dell'omicidio. Il rapporto, viene aggiunto, "dopo aver verificato il numero di chiamate effettuate il 24 e 25 gennaio, include altre persone sospette".

"I servizi di sicurezza stanno per completare l'interrogatorio delle persone che l'avevano chiamato e dei suoi amici", riferisce il giornale nazionale in chiusura di articolo riferendosi al giovane ricercatore friulano torturato a morte in Egitto.

Intanto la procura di Roma puntualizza che le indagini riguardano un delitto maturato nel quadro delle attività di ricerca ed eseguito da professionisti della tortura e delle sevizie. Non, quindi, un fatto di sangue legato a droga (dall'autopsia non é emersa alcuna traccia di sostanze stupefacenti), ad una rapina o ad un fatto passionale. Giulio Regeni, hanno accertato gli inquirenti di piazzale Clodio, conduceva una vita ritirata, era molto legato alla fidanzata e non consumava droga. Inoltre dall'esame del computer di Regeni, e anche dal resto dell'attività istruttoria, non emergono legami di Giulio Regeni con servizi segreti. L'inchiesta, secondo qunato si è appreso, avrebbe inoltre evidenziato che Regeni non aveva avuto contatti con persone equivoche e tantomeno che i dati raccolti nell'ambito delle sue ricerche siano uscite fuori dall'ambito universitario.

I pm romani che indagano sulla morte del ricercatore hanno anche avanzato una richiesta alle società che gestiscono i maggiori social network per ottenere le password utilizzate da Regeni in modo da poter ricostruire gli spostamenti effettuati dal ricercatore con la geolocalizzazione. Secondo quanto si apprende, inoltre, non risultano schedature fatte in Egitto, anche se l'episodio di una foto scattata da uno sconosciuto durante l'assemblea di un sindacato indipendente aveva turbato il ricercatore universitario. Qualche elemento in più potrebbe arrivare al pm Sergio Colaiocco la prossima settima quando il medico legale Vittorio Fineschi depositerà i risultati definitivi dell'autopsia.

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