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Siria, Putin schiera i missili nucleari

Siria, Putin schiera i missili nucleari

Ve l’avevamo detto: i russi non fanno le guerre “tanto per farle” o “per mostrare la bandiera”. Bruciati, anzi, con le terga ustionate dall’esperienza afghana, dove i mujaheddin li fecero scappare di notte, a gambe levate, questa volta i generali dell’ex Armata Rossa hanno preso sul serio, molto sul serio, il loro compito in Siria. A tal punto che, dopo avere fatto un solo boccone di quel gioiello archeologico che è Palmira, ora puntano decisi a schiacciare la testa del serpente: vogliono Raqqa, la capitale del “Califfato”. E a sottolineare l’estrema brutalità della lotta, proprio ieri una fossa comune con i corpi di 42 persone giustiziate dall'Isis è stata trovata a Palmira. Nella fossa sono stati trovati i corpi di molte donne e bambini. Alcuni cadaveri erano decapitati. L’ultimo spiffero in arrivo, poi, è di quelli che non ti fanno chiudere occhio la notte e che ti bagnano la schiena di sudori gelati. Sindromi alle quali il povero Barack Obama dev’essersi molto velocemente assuefatto negli ultimi tribolatissimi tempi. L’ingrigito Presidente degli Stati Uniti ha lanciato un allarme “ufficiale” sui pericoli tel terrorismo nucleare. Primo bollettino ai naviganti di uno scenario da “Day after”, che gli specialisti di Sicurezza internazionale temono sopra ogni altra cosa. Noi sull’asso di briscola ci mettiamo il carico: il Presidente ha dimenticato di dire che in Siria i russi hanno già clamorosamente (e imprevedibilmente) piazzato i loro primi missili nucleari tattici. Capito mi hai? Quando Sarkozy si è messo a giocare ai soldatini, in Libia, seguito dagli altri compagni di merende dell’Occidente, nessuno pensava che avrebbe avuto un simile “successone”. È riuscito a far nuclearizzare tutto il Medio Oriente e a rendere possibile un “olocausto per sbaglio”, perchè quando si favella di missili atomici tattici qualsiasi “misunderstanding” è dietro l’angolo. Si tratta di questo. I servizi segreti israeliani, a cui evidentemente già brucia il fondo dei pantaloni, hanno avuto conferma (fotografica) di ciò che sospettavano e temevano in primis: Putin sta piazzando i micidiali “Iskander-M” (codice Nato SS-26) nella base aerea di Hmeimim.

Si tratta di missili tattici a medio raggio (circa 500 chilometri di gittata) in grado di sganciare una bomba atomica con un CEP (Cerchio di errore probabile) di.. una decina di metri. Gli israeliani sono fuori dalla grazia di Dio. Le mai tanto disgraziate “Primavere arabe” e l’ingordigia rapinatoria degli ex colonialisti disoccupati, come Sarkozy, ci stanno spingendo sull’orlo del baratro. E così quello che non è riuscito alla Guerra fredda, sta incredibilmente riuscendo alla sgangheratissima coalizione franco-inglese-americana, e cioè farci vivere l’antivigilia di un possibile conflitto atomico scatenato per sbaglio. Dovete infatti sapere che i modelli di simulazione del rischio (chiamamoli così) prevedono la possibilità di un “olocausto nucleare” in caso di utilizzo di armi atomiche “tattiche”, di limitata potenza e a corto raggio. Perché? Perché si abbassa la soglia di controllo e, anche doppia chiave e codici criptati di lancio non sono una garanzia assoluta. E perché un qualsiasi ufficiale di mezza tacca, in preda alla sindrome del Dottor Stranamore, potrebbe voler vivere (lui) il suo quarto d’ora di demenziale celebrità lasciando poi tutto il resto della compagnia (noi) a pagare le pere. Gli americani sapevano della mossa russa? Ne dubitiamo. Le foto dei lanciatori schierati a Hmeimim le ha prese il Mossad e deve averle girate al Pentagono. Ormai i nostri lettori saprenno che Netanyahu odia cordialmente Obama e gran parte della sua Amministrazione, ritenuta ondivaga, di umore mutevole, senza una strategia di lungo periodo e incapace di tenere il gioco condotto da quel volpone di Putin. Che sta approfittando di tutte le castronerie commesse dall’Occidente per mettere, a cascata, alluci, mignoli, mani, piedi e glutei su ogni strapuntino che si libera in tutto il Medio Oriente. Risultato: oggi le ancora ipotetiche bombe atomiche (ma dove c’è il cane c’è anche il padrone, siatene certi), imbarcate sugli SS-26 potrebbero colpire in pochi minuti un arco di potenziali barsagli che va da Gerusalemme fino quasi ad Ankara, a nord, passando per Amman e arrivando fino a Cipro. Insomma, quando Madame Clinton è intervenuta in Libia, non pensava di arrivare ad ottenere cotanta gloriosa affermazione. Se gli elettori americani se lo ricorderanno sarà fritta. Ma torniamo ai russi, che dopo il dito si stanno prendendo la mano e tutto il braccio. Gli SS-26 sono il biglietto da visita di Vladimir Putin quando si mostra incazzato nero. Lo ha già fatto nell’enclave di Kaliningrad, al confine polacco, durante la crisi Ucraina. L’unico vettore capace di imbarcare atomiche presente finora nei Paesi arabi dell’area era il DF-21, un missile cinese adottato dai sauditi nel 2007. Ma più in funzione anti-iraniana che per un possibile ruolo contro Israele. Ora, la mossa di schierare i temibili Iskander conferma quello che molti sospettavano, nonostante i proclami del Cremlino. Putin sta ritirando cuochi, furieri, portapacchi, magazzinieri e armi convenzionali, ma sta installando in Siria il meglio del suo arsenale. Altro che ritirarsi! Si è attaccato come una cozza alla Siria e non la molla più. Utilizzare gli SS-26 è un chiaro messaggio rivolto al caravanserraglio di spacconi e/o di incapaci che allignano nei salotti della Diplomazia occidentale e anche di quei ministri che non capiscono la differenza fra una pistola e un mattarello per fare i tortellini. Con gli Iskander, i missili tattici più avanzati del mondo, in grado di riprogrammare la mappatura dei bersagli, cambiandoli, nentre già sono in volo, il Cremlino avvisa tutti: facciamo sul serio. È finita l’epoca in cui Cicciobello Clinton e Pecos Bill-Bush trattavano i russi con la punta della scarpa, considerandoli dei pezzenti e facendoli entrare nel salone dove si tenevano i vertici passando per le cucine. Oggi Vladimir Vladimirovic si presenta coi gioielli della corona, esibendo un missile che non si può intercettare, che vola preciso anche a dispetto del maltempo e che, Califfo o non Califfo, è stato installato in Medio Oriente e ci resterà. A questo pensierino della sera aggiungeteci quello che ha detto Obama e la frittata con 24 uova è bell’e pronta. Il Presidente Usa, for the record e tanto per distribuire ecumenicamente il virus dell’insonnia, ha ribadito che la minaccia più grave, lo spadone a due mani che pende sulle nostre teste, attaccato al tetto con un crine di cavallo è il terrorismo nucleare internazionale. Come dire che. se non dovesse bastare Putin, ci penserà il Califfo a organizzare un bel terremoto di Casamicciola in versione islamica.

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