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Le nostre truppe, la Libia
e il segreto di Pulcinella

Libia, attacco all’Italia. O forse no…

Toh! Dopo che i tori sono scappati e zompano furenti per il contado, qualcuno ha chiuso le porte della stalla. Finalmente ci si è accorti che in Libia si erano già installati, da lunga pezza, i soldati italiani. In effetti, consentitecelo, la notizia puzza quanto un caprone. E non solo perché è vecchia (per la nostra “Gazzetta” di almeno tre mesi e passa), ma anche perché dietro gli altarini la sbobba che ribolle nel pentolone non è tra le più invitanti. Anzi. E torniamo a ribadire un concetto: gli americani non hanno “bisogno” dei nostri fantaccini. O di quelli degli altri. Hanno solo necessità di allargare la coalizione che combatte (sul serio) contro il Califfo. Per ampliare a dismisura il numero dei bersagli, cioè di coloro pronti a pigliarsi una raffica di bombe (l’Isis non fa sconti) nei ristoranti o in qualche aeroporto. Punto. Un esempio? L’altro giorno, per la serie “c’ero anch’io”, hanno bombardato Raqqa persino un paio di aerei danesi. Dal canto suo, facendo raid aerei su Sirte, l’US Air Force è partita con un paio di Harrier da un “peschereccio” (la nave da sbarco Wasp) “travestito” da portaerei. Ergo: ora a Washington dicono che hanno bisogno di basi (Sigonella e/o Trapani-Birgi). Insomma, un minestrone condito con una palla di sale. Gli indizi che fanno una prova, alla Agatha Christie? Diciamo pure che le tracce lasciate sul terreno sono quanto quelle di uno stegosauro. Hanno le dimensioni di una padella extralarge. L’Italia ha ammesso per la prima volta il segreto di Pulcinella. E cioè che nostre forze speciali operano (e forse muoiono) in Libia già da mesi. Guarda caso, la stessa cosa ha fatto il Pentagono. In perfetta sincronia. Il portavoce Gordon Trowbridge ha confermato la presenza di truppe di terra americane. E non solo a Sirte. Il blablabla Usa copia quello italico: si tratta “solo” di forze di “intelligence”, col compito di “raccogliere informazioni”. E di farsi sparare addosso, aggiungiamo noi. Per la cronaca, lo scorso primo maggio abbiamo già dato la notizia di un agguato dell’Isis a forze italo-britanniche. Un convoglio di marines italiani (incursori?), forze speciali inglesi e truppe governative libiche, che viaggiava dalla città di Misurata verso Sirte, è stato intercettato e assaltato. Ci sarebbero stati morti e feriti. Ma forse ne sapremo “ufficialmente” di più tra altri tre mesi.

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