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Gli effetti del “vaffa”
sul pianeta Terra

Hillary prevale, ma solamente “ai punti”

Il pianeta è vecchiottino, e alla congenita miopia di buona parte del recente e meno recente genere umano si sta aggiungendo una crescente inidoneità a vedere da vicino. Sì, la maggioranza di noi è presbite: non capiamo quanto ci accade intorno, ci sfugge quello che pure dovrebbe essere evidente. Non vediamo il presente e anche la nostra capacità di immaginare il futuro peggiora ineluttabilmente. Può succedere di diventare presbiti soprattutto quando ci sono crisi economica e frustrazione, se il rancore di intere fasce sociali cova sotto, invisibile, mentre –sopra –chi comanda non si accorge d’aver smarrito la bussola delle cose. Questo è accaduto clamorosamente in America con il trionfo di Donald Trump, questo è accaduto –anche se si tratta di un risultato in fondo meno sorprendente –nel Regno Unito con la Brexit, questo può capitare ovunque. L’intristito mondo reale, quello in preda al malessere e al risentimento, oggi mostra di voler solo votare contro. Pensa a torto di non poter fare altro e lancia pietre. Anche a costo di scoprire domani che ciò gli procurerà altri dolori. Stati iper-industrializzati e tradizionalmente democratici hanno sfiduciato la loro storia, e ciò –specie dopo otto anni d’amministra - zione Obama –non può che colpire enormemente. Il presidente afro-americano lascia dietro di sé una situazione evidentemente peggiore di quel che appare. La battaglia interna sul fronte della sanità e quindi della giustizia sociale, la ripartenza dell’economia, le aperture finalmente autentiche alle minoranze non sono state sufficienti a garantire i democratici, a dare una solida base a Hillary Clinton per la Casa Bianca. E, siccome è difficile ritenere che gli americani andati alle urne nel 2016 abbiano scelto influenzati dagli errori di Obama in politica estera, è pressoché certo che la vittoria di Trump vada legata alla lunga crisi economica e occupazionale, alla disillusione e alla delusione. L’improponibile tycoon sessista e col ciuffone ha intercettato le minoranze non ufficiali, quelle fatte da chi in questi anni si è ritrovato solo e stritolato, senza lavoro e senza soldi. Hanno votato per Trump, è facile desumerlo, milioni di operai senza distinzione di etnia e colore, ma tutti egualmente dimenticati (questo il loro umano sentimento) e arrabbiati (questo il loro sentimento “politico”). Trump li ha intercettati e catturati. Hillary, poi, ci ha messo il resto. Di antipatia e poca credibilità. Se l’alternativa a un mare pericoloso è uno stagno molti disperati scelgono il primo. Hillary era la continuità, e l’intristi - to mondo reale non vuole più la continuità. E tira calci. E vota la Brexit, salvo poi a pentirsene tanto da voler truccare le carte pur di rimediare allo scivolone. E in Grecia vota Tsipras il rivoluzionario che non lo è poi stato tanto, e in Spagna “Podemos”e in Francia Marine Le Pen e in Italia Beppe Grillo. Come ha detto ieri il leader dei Cinquestelle rallegrandosi per Trump: è stato un “vaffa” pazzesco. E allora? Tutto sbagliato. “Lezioni americane”, straordinario libro-testamento lasciatoci da Italo Calvino, illustrava il futuro della letteratura e non solo. La “lezione” americana di ieri faccia ben riflettere sull’uso del voto. Non è un gioco. Non vince chi lancia la pietra più lontano. C’è malessere, qui e lì c’è anche parecchia fame, ma può andare anche peggio se si dà agio a chi può strumentalizzare le cose. Guardate l’andamento britannico tout court dopo la Brexit... Il programma di Trump contiene promesse per lo più irrealizzabili, i suoi movimenti in politica estera rischieranno quantomeno di essere pericolosamente goffi; si tratta di fatto d’un rissoso signore che sa poco della macchina pubblica. Della supermacchina “ pubblica” che si chiama America, della supermacchina globale che si chiama mondo. Certo, le maniere di Trump s’addolciranno. Come sempre accade una volta avuti i voti degli incazzati. Questi ultimi, però, dovrebbero una buona volta, al di là e al di qua dell’Atlantico, riconvogliare la rabbia verso volti nuovi sì, ma competenti. Chi fa politica dovrebbe –venendo incontro ai dimenticati –saperne riproporre la forza illuminista. Altrimenti, a furia di “vaffa” mentre Trump e altri oscurantisti negano il riscaldamento globale, affosseremo questo pianeta. Vecchiottino, ma a cui dovremmo volere almeno un po’di bene

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