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Un'app per "dialogare" con i morti

Un'app per "dialogare" con i morti

Quel che si può fare con uno smartphone in mano non ha limiti, può superare anche il confine tra la vita e la morte. Che si voglia l'illusione di parlare con chi non c'è più o la possibilità di pianificare per tempo il passaggio, che si cerchi di onorare il culto dei morti o di organizzare velocemente un funerale, basta scaricare l'applicazione giusta e il gioco è fatto. L'ultima a oltrepassare la frontiera dell'aldilà è una app che arriva dalla Corea del Sud. Si chiama With Me e permette di scattare selfie e di parlare con persone che non sono fisicamente presenti, siano esse parenti e amici lontani, celebrità o cari estinti. L'importante è aver modo di scannerizzare in 3D chi si vuol tenere a portata di cellulare, così da creare un avatar da far comparire nelle foto e con cui dialogare per attutire la mancanza. Stesso obiettivo, anche se con strumenti analogici, persegue il "telefono del vento": una cabina telefonica su una collina nella città giapponese di Otsuchi, affacciata sull'Oceano Pacifico, con all'interno un vecchio telefono a disco non collegato alla linea. Qui, dallo tsunami del 2011, migliaia di persone sono venute per parlare con chi gli è stato strappato via, affidando al vento le proprie parole. La tecnologia non viene in soccorso solo per provare a comunicare con i defunti, ma anche per ricordarli. Se Facebook consente di trasformare un profilo personale in account commemorativo quando un utente scompare, non mancano le reti sociali nate al solo scopo di celebrare la memoria dell'estinto. Tra le proposte ce ne sono pure di italiane, come RipCemetery, che punta a creare il primo cimitero virtuale interattivo, e DeadBook, che si propone di portare nel XXI secolo il culto dei morti. Una è stata sviluppata da Raffaele Sollecito, assolto in via definitiva per l'omicidio di Meredith Kercher: si chiama Memories e alla commemorazione aggiunge l'e-commerce, per comprare a distanza dei fiori da far depositare sulla tomba dei propri cari. Per chi non vuole lasciare nulla al caso, poi, la tecnologia fornisce uno strumento atto a pianificare il trapasso e a redigere una sorta di testamento virtuale. App come Everest e SafeBeyond consentono di pensare con largo anticipo alle esequie, alle foto e ai video con cui si vorrà essere ricordati. Inoltre danno modo di lasciare in eredità gli account online: le password di social, conti in banca e siti di shopping vengono tutte trasferite, post mortem, all'erede prescelto. Possibile, sebbene inquietante, programmare l'invio di messaggi, che saranno recapitati a chi è rimasto in occasione di futuri compleanni, matrimoni e ricorrenze varie. Pensata per chi resta è infine la app russa Umer, l'Uber dei funerali, che si candida ad accompagnare gli utenti nel tragitto verso il camposanto. Basta inserire il nome del defunto, la data della dipartita, la religione e l'indirizzo per ricevere una serie di opzioni, con relativi prezzi, su ditte di pompe funebri, casse ed urne, lapidi e cimiteri.

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