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Suicida per video hot, la Procura archivia

Suicida per video hot, la Procura archivia

"Sono molto amareggiata per l'archiviazione disposta dal Gip a carico dei cinque ragazzi cui mia figlia aveva inviato i video da lei girati. Se mia figlia è morta la colpa è dei magistrati che non hanno fatto il loro dovere, in particolare del pm Alessandro Milita che per primo ha indagato".

Sono parole dure quelle di Teresa Giglio, madre di Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano di Napoli suicidatasi nel settembre scorso dopo la diffusione on-line di video hot che la ritraevano dopo l'archiviazione del procedimento a carico di cinque ragazzi indagati per diffamazione.

LA REAZIONE DEL PM

"Non rispondo alle parole di Teresa Giglio, mi riservo solo di valutare con i miei legali se presentare querela per diffamazione dopo che avrò letto le sue dichiarazioni".

Lo ha detto all'Ansa il procuratore aggiunto di Santa Maria Capua Vetere Alessandro Milita, fino a poche settimane fa sostituto alla Procura di Napoli dove si è occupato - non come "primo pm" specifica Milita - dell'indagine per diffamazione avviata a fine 2015 da Tiziana Cantone, la 31enne di Mugnano di Napoli suicidatasi nel settembre scorso dopo la diffusione on-line di video hot che la ritraevano, dopo le parole dette oggi dalla madre nei confronti dei magistrati.

L'inchiesta, che vedeva indagate cinque persone cui Tiziana aveva inviato i video su Whatsapp, è stata archiviata dal Gip di Napoli che però ha disposto un supplemento di indagine affinchè la Procura indaghi sul comportamento di Facebook.

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