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Jihadisti combattenti addestrati dal califfo

Jihadisti combattenti addestrati dal califfo

I terroristi islamici che hanno colpito a Barcellona fanno parte di una unità speciale che il Califfato sta addestrando in zone sperdute della Siria. Si tratta di aderenti alla cosiddetta Brigata Al-Kharsha, la cui esistenza è stata rivelata dai servizi di informazione inglesi. La notizia è poi trapelata attraverso la stampa britannica, che ha fatto cenno a possibili attentati condotti da jihadisti indottrinati in Medio Oriente. Secondo gli analisti, si tratterebbe di “foreign fighters”, ex combattenti Isis in arrivo dall’Europa e in possesso di passaporti “puliti”. Questa circostanza permetterebbe loro di muoversi in piena libertà e di preparare attentati appoggiandosi a cellule islamiste locali. Secondo gli analisti israeliani, gli aderenti a questo gruppo (il cui nome completo è Amniyat Al-Kharji) ricevono un addestramento eccezionalmente duro, che li prepara non solo a morire, ma anche a essere particolarmente spietati. Sempre secondo fonti di Gerusalemme, i miliziani-kamikaze più abili vengono subito spediti “in sonno” nei Paesi di provenienza, dove viene chiesto loro di aspettare un segnale prestabilito per mettersi in azione. Gli altri elementi “laureati” a questa sorta di università dell’estremismo restano in Siria e agiscono come ufficiali di collegamento con le centrali del Califfato. I servizi occidentali stimano in almeno una cinquantina i terroristi pronti a colpire in Europa. Questa specie di super-terroristi oltre a subire un pesante indottrinamento, sono addestrati allo stesso modo delle truppe speciali degli eserciti più moderni. Si pensa che nella prima metà del 2017 in Siria e in Iraq fossero presenti circa 5mila “foreign fighters”, provenienti in massima parte dall’Europa Occidentale. Circa 1500 sarebbero stati rispediti nei Paesi di provenienza e molti sarebbero pronti a entrare in azione. In generale, come nel caso spagnolo, gli attacchi sembrano programmati da un’unica centrale, che probabilmente fa capo al comando supremo del Califfato.

In altre occasioni, invece, i terroristi in sonno potrebbero agire con una sorta di “franchising”, senza avvertire prima. Sarà poi l’agenzia di stampa del califfato (site) a rivendicare l’attacco.

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