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A San Calogero il ricordo di Soumaila Sacko: "Un migrante, un fratello, un uomo"

"Un migrante, un bracciante, uno sfruttato. Un attivista sindacale, un fratello... un uomo". Queste le parole attraverso cui l'Usb (coordinamento lavoratori agricoli) ha ricordato Soumaila Sacko, il giovane provieniente dal Mali, ucciso il 2 giugno del 2018 con una fucilata alla testa,  nella terra dei veleni a San Calogero, centro del Vibonese. Al momento del delitto Soumaila Sacko si trovava all'interno dell'area dell'ex fornace La Tranquilla - dove tra il 2000 e il 2007 sono state  sotterrate oltre 130 tonnellate di scorie provenienti da tre centrali  elettriche - dove  cercava lamiere per costruire un riparo di fortuna destinato ad altri braccianti.

Ieri il maliano, sindacalista dell'Usb, è stato commemorato sul luogo dell'omicidio. Nell'ex fabbrica di laterizi, infatti, sono arrivati migranti e sindacalisti. Primo atto è stata la deposizione di un mazzo di fiori nel punto in cui Sopumaila Sacko è caduto sotto il fuoco di un fucile, poi gli interventi di Peppe Marra (Usb); di Bakari Foufana, cugino della vittima e   di Madoufoune Foufana il quale il 2 giugno del 2018 si trovava nella terra dei veleni assieme a Soumaila. A concludereè stato Soumahoro Aboubakar, sindacalista ed esponente nazionale dell'Unione sindacale di base che sta portando avanti battaglie contro lo sfruttamento  dei migranti in tutto il Meridione.

"Soumaila  - ricorda l'Usb - aveva un regolare permesso di soggiorno. Ma se non avesse incontrato sulla sua strada la furia omicida che considerava “roba sua” quel terreno usato dalle mafie come discarica di veleni, oggi sarebbe condannato all’invisibilità come centinaia di migliaia di braccianti, in forza dei decreti sicurezza ancora in vigore. E sarebbe in prima linea nella lotta contro lo sfruttamento dei braccianti e per la regolarizzazione degli invisibili".

Perché Soumaila era un delegato sindacale di USB, e per non lasciar cadere nel nulla la sua eredità politica e civile, l’Unione Sindacale di Base ha dato vita nella piana di Gioia Tauro allo Sportello Soumaila Sacko, attivo nella difesa dei diritti dei lavoratori. "Mentre il processo per l’omicidio, che vede imputato Antonio Pontoriero, 45 anni di San Calogero,  prosegue davanti alla Corte di Assise di Catanzaro (prossima udienza il 24 giugno) l'Usb continua a mantenere vivo il ricordo di Soumaila Sacho, affinché nessuno dimentichi lui, le sue lotte per i diritti , la dignità e le tante altre vittime dello sfruttamento e del razzismo".

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