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Le Torri Morandi di Capo Peloro e Villa Pace ospiteranno il Museo delle Arti del XXI secolo

Ci sono lo Stretto e il Ponte che verrà, sullo sfondo. Scorrono le immagini sul teleschermo, nella grande sala riunioni del Museo delle Arti del XXI secolo di Roma. Nessuno può negarlo: la grande infrastruttura ha fatto da elemento attrattore, come dichiarato dal senatore messinese Nino Germanà. Nell’ambito dei primi incontri del Governo (dopo il riavvio delle procedure di progettazione del collegamento stabile tra Sicilia e Calabria) con l’Amministrazione e con l’Università di Messina è nata la “pazza idea” che oggi è destinata a diventare realtà.
Ieri pomeriggio è stato sottoscritto il protocollo d’intesa per la realizzazione di una doppia sede distaccata del Maxxi di Roma a Messina. Sì, le sedi saranno due, le Torri Morandi di Capo Peloro e Villa Pace sulla litoranea nord. Due beni, uno di proprietà del Comune, l’altro dell’Università, che verranno trasformati nei due “polmoni” del nuovo Polo museale, che verrà chiamato Maxxi Med, Museo delle Arti del XXI secolo del Mediterraneo, a sottolineare il ruolo strategico della città dello Stretto.
A firmare l’atto il presidente della Fondazione Maxxi, Alessandro Giuli, il sindaco Federico Basile e il rettore Salvatore Cuzzocrea. Presente anche la senatrice messinese Dafne Musolino. Il protocollo prevede, tra le attività preliminari, la realizzazione di uno studio di fattibilità per il recupero e gli adeguamenti funzionali degli edifici e la collaborazione con istituzioni internazionali, come il Centre Pompidou di Parigi. Lo aveva preannunziato, nei mesi scorsi, il ministro della Cultura Gennaro Sangermano e va sottolineato che, in tutta questa vicenda, un prezioso ruolo di raccordo è stato svolto dal giornalista messinese Fabio Longo, consigliere del ministro della Cultura.
Cosa sarà il Maxxi Med? L’obiettivo è di dar vita a un Polo dedicato alla scena artistica contemporanea del Mediterraneo, per esplorare e approfondire il patrimonio identitario comune e le culture dei Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum, creando occasioni di confronto e scambio. Sarà, inoltre, un Centro di ricerca e di formazione per le nuove professionalità nel settore della cultura, così come è il Maxxi a Roma. Un museo “ponte” in grado di facilitare il dialogo interculturale tra Europa, Maghreb e Medio Oriente attraverso il linguaggio universale dell’arte.
Il presidente Alessandro Giuli, che è stato già in visita a Messina qualche mese fa, è particolarmente soddisfatto: «Con la sigla di questo accordo, la realizzazione del Maxxi Med a Messina diventa più reale e concreta. Il Maxxi Med è tante cose. Innanzitutto, è un progetto “per” il territorio e “con” il territorio, che nasce da una significativa e importante collaborazione interistituzionale. Voglio, dunque, ringraziare il sindaco Basile per la sua operosità, il rettore Cuzzocrea per la lungimiranza, il senatore Germanà per il prezioso sostegno. È un’operazione di rigenerazione urbana e riqualificazione culturale: un pezzo importante della città sarà restituito ai suoi abitanti con una nuova destinazione d’uso. Ed è un progetto che sottolinea la centralità della Sicilia, cuore del Mediterraneo, con l’obiettivo, in prospettiva, di fare di Messina la capitale dell’Arte contemporanea di questa area. Vorrei aggiungere che si tratta di un tassello prezioso della linea di ricerca sulla diplomazia culturale su cui tanto stiamo lavorando al Maxxi. Attraverso l’Arte si possono gettare ponti, in questo caso un ponte tra l’Europa e il Maghreb, per esplorare e approfondire la nostra naturale dimensione euro-africana. E per valorizzare e fare ancora più nostro quel patrimonio identitario comune fatto di apertura all’altro, accoglienza e coesistenza tra i popoli che, sin dall’antichità, appartiene alle genti e alle culture del Mare Nostrum».

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