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Omicidio Castiglione a Strongoli, tre arresti dopo 23 anni: determinanti le dichiarazioni di un collaboratore di giustizia

Con la scusa di fargli provare una particolare qualità di eroina lo hanno attirato in una trappola e lo hanno ucciso con un colpo di pistola alla testa. Poi hanno sepolto il cadavere in un terreno nei pressi di Strongoli da dove, qualche anno dopo, l’hanno spostato nei pressi del fiume Neto. E’ questa la dinamica dell’omicidio di Giuseppe Castiglione avvenuto il 28 gennaio del 2000 a Strongoli. A ricostruire il cold case dopo 23 anni è stata la Dda di Catanzaro che ha chiesto ed ottenuto la custodia cautelare in carcere per tre persone. Si tratta del presunto capo della cosca di Strongoli, Salvatore Giglio, di 58 anni, attualmente detenuto nel carcere di Nuoro, che è accusato di omicidio aggravato dalla premeditazione e dall’adozione del metodo mafioso, insieme a Mario Giuseppe Fazio (53), e Luigi Lidonnici (60). Con loro è indagato anche Francesco Tornicchio, collaboratore di giustizia condannato all’ergastolo per l’omicidio di Michele Masucci avvenuto nel 2007 all’interno della centrale Biomasse di Strongoli.

Le dichiarazioni di Tornicchio, che si è autoaccusato di aver preso parte al gruppo che ha organizzato l’omicidio ma anche alla riunione in cui fu ordinato, hanno permesso di ricostruire la vicenda ottenendo riscontri anche attraverso indagini eseguite dai carabinieri nel 2022. Dalle dichiarazioni di Tornicchio, rilasciate ai sostituti procuratori della Dda, Paolo Sirleo e Domenico Guarascio l’1 marzo 2019 ed il 21 luglio 2021, emerge che il mandante dell’omicidio è stato Salvatore Giglio per vendicare la morte del fratello Otello avvenuta il 17 novembre del 1999. Un evento che diede il via ad una terribile faida tra la cosca Giglio e quella dei Valente che è poi culminata nella strage di Strongoli del 26 febbraio 2000 quando, a seguito di un agguato sul corso principale della cittadina crotonese, morirono 4 persone.

Castiglione, ha raccontato Tornicchio nel 2019 ai magistrati, venne attirato nell’abitazione di Giuseppe Mario Fazio con la scusa di provare una nuova qualità di eroina. «Ricordo che Castiglione - ha detto Tornicchio ai pm - fu invitato dietro casa del Fazio e io gli diedi una dose di eroina (circa un grammo); mentre questi era intento a squagliare la dose, da dietro Peppe Fazio gli puntò la pistola alla testa e lo uccise. Poi caricammo il cadavere su una Fiat Ritmo bianca rubata (io feci una staffetta con la mia Renault Twingo per bonificare il percorso). Il cadavere fu trasportato e seppellito in un terreno a Strongoli. Nel 2002/2003 il cadavere fu spostato da Fazio nei pressi del fiume Neto». Il cadavere di Castiglione non è mai stato ritrovato. A Giglio l’ordinanza è stata notificata nel carcere di Nuoro, mentre Fazio - che appena qualche mese fa, dopo 10 anni di carcere e nonostante una condanna definitiva, era stato scagionato dall’accusa di omicidio per la morte di Masucci - è stato arrestato a Strongoli. L’esecuzione dell’ordinanza per Lidonnici è avvenuta in Germania.

Ferro, 'Stato cerca verità anche a distanza di anni'

«Congratulazioni ai carabinieri di Crotone che, al termine di una complessa attività investigativa coordinata dalla Procura distrettuale antimafia di Catanzaro, sono riusciti ad arrestare i presunti responsabili di un omicidio di 'ndrangheta commesso 23 anni fa a Strongoli. E’ la dimostrazione che non esistono 'cold casè, e che lo Stato persegue con ogni sforzo la ricerca della verità e la giustizia, anche a distanza di tanti anni». E’ quanto afferma il sottosegretario all’Interno Wanda Ferro. «Ancora una volta - aggiunge - si rivela proficua la cooperazione internazionale tra le forze di polizia e gli organismi giudiziari, in attuazione del progetto contro la 'ndrangheta 'I-Can', finanziato dal dipartimento della Pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, nell’ambito del quale gli inquirenti sono riusciti a rintracciare in Germania uno dei destinatari del provvedimento restrittivo».

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