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Reggio, circuiscono un'anziana e le sottraggono 400mila euro: indagati un'assistente sociale e il marito medico

Avrebbero indotto un’anziana a compiere una serie di atti patrimoniali, con lo scopo di appropriarsi, nell’arco di circa due anni, di oltre 400mila euro. I finanzieri del Comando Provinciale Reggio Calabria, nei giorni scorsi, nell’ambito di un servizio finalizzato alla repressione dei delitti contro il patrimonio mediante frode, hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d’urgenza emesso dalla Procura della Repubblica di Reggio Calabria nei confronti di un’assistente sociale di Reggio Calabria e del coniuge, medico specialista.

Lo stratagemma

I coniugi sono indagati per il reato ex art. 643 del Codice Penale perché, abusando delle rispettive posizioni e della condizione di vulnerabilità di una donna di 87 anni di Reggio Calabria, oggi 91enne, provata prima dalle malattie delle figlie e poi dal lutto per la perdita di una di loro, nonché sfruttandone il bisogno di assistenza una volta rimasta sola.

La genesi della truffa

La vicenda nasce nel 2019, quando l’assistente sociale, che prestava servizio nella struttura dove si trovava ricoverata la figlia dell’anziana donna, aveva instaurato con quest’ultima un’assidua e interessata frequentazione, non giustificata da alcun rapporto di reale affetto, rendendosi disponibile per assisterla nelle necessità quotidiane e ottenendo la sua fiducia. Il marito, successivamente, si sarebbe adoperato con successo, ottenendo il rilascio delle certificazioni mediche necessarie, affinché l’anziana fosse ricoverata in una determinata casa di riposo di Reggio Calabria, dove effettivamente sarebbe stata ricoverata poche settimane dopo il lutto.

L’assistente sociale, con il pretesto di prendersi cura della casa, avrebbe indotto l’anziana donna a consegnarle le carte di pagamento, a rilasciarle deleghe ad operare ed a cointestarle nuovi rapporti postali e bancari sui quali faceva transitare, oltre alla pensione dell’anziana donna, il rimborso di titoli e polizze di cui l’anziana era titolare, appropriandosi delle somme ivi confluite con successivi prelievi di contanti, emissione di assegni poi depositati su conti personali e trasferendo parte del denaro, a mezzo bonifici, sui conti cointestati con il marito.

 

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