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Medicina, mercimonio sul test. Cuzzocrea: «Prioritario è garantire che le prove si siano svolte correttamente»

Le mosse della ministra dell’Università dopo la denuncia di uno studio legale di Palermo. Prove che sarebbero state in vendita su Telegram per pochi spiccioli, appena venti euro

L’apertura di una procedura di indagine e l’immediata convocazione dei rettori. Il ministero per l’Università e la Ricerca interviene nella vicenda sulle presunte irregolarità nei test di medicina e di odontoiatria. Prove che sarebbero state in vendita su Telegram per pochi spiccioli, appena venti euro. Il dicastero ha convocato i rappresentanti della Conferenza dei rettori italiani e del Cisia, il Consorzio che si occupa dei nuovi test (Tolc) per conto proprio della Conferenza dei rettori. «Possibili abusi durante lo svolgimento dei nuovi test devono essere subito chiariti», afferma la ministra Bernini aggiungendo che «a tutela di tutti gli studenti coinvolti ho immediatamente convocato la Conferenza dei Rettori e il Consorzio Cisia che materialmente si occupa dei Tolc». Sulle prove online per l’ingresso alle facoltà, la ministra afferma che è «uno strumento alla sua prima prova e che se non funziona va cambiato».
Le verifiche, anche quelle ministeriali, sono quindi in corso. «Se ci sono state illiceità le responsabilità saranno chiare. Se i Tolc sono da cambiare, lo faremo. Vogliamo che l’anno accademico inizi bene e con regolarità, e soprattutto vogliamo un sistema che funzioni perché il nostro obiettivo è continuare ad aprire, sempre in maniera sostenibile, l’accesso a Medicina», aggiunge Bernini.
Dal canto loro i rettori si apprestano a chiedere una relazione dettagliata al Cisia, il consorzio che gestisce i nuovi test, sull’andamento delle due sessioni di aprile e luglio. «Le università hanno fatto uno sforzo ai limiti dell’immaginabile - afferma Salvatore Cuzzocrea che della Conferenza dei rettori è il presidente - per assicurare, in tempi strettissimi, preparazione e svolgimento delle nuove prove avvenute senza il minimo disguido. Garantire che si siano svolte correttamente è una priorità. Se la relazione del Cisia dimostrasse che ciò non è stato, ci impegniamo a valutare, d’intesa con il Mur, ogni opportuna iniziativa».
La vicenda parte da un esposto presentato alla Procura di Palermo e al Tar del Lazio. Chi denuncia chiede alla magistratura di fare chiarezza su una chat creata su Telegram che avrebbe fornito agli aspiranti medici una «soffiata sulle domande» per poche decine di euro. Più oneroso invece il costo di un corso di preparazione che permetteva di conoscere in anticipo le domande del test. C’è chi avrebbe pagato migliaia di euro per iscriversi.

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