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La droga a fiumi tra la Calabria e la provincia di Messina, al via gli interrogatori

Primo giro di interrogatori ieri per quattro dei tredici arrestati venerdì scorso nell’operazione condotta dalla Guardia di finanza, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Messina, su un vasto giro di droga tra la Calabria e i Nebrodi, con base operativa tra Sant’Angelo di Brolo e Raccuja.
Al Tribunale di Messina, di fronte alla giudice per le indagini preliminari Tiziana Leanza e ai pubblici ministeri di Palazzo Piacentini Giulia Falchi e Rosanna Casabona, sostituta procuratrice della Dda, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere Piera Mondello, accusata anche dell’associazione a delinquere insieme ad altri cinque, Salvatore Ratto e Salvatore Ridinò. Quest’ultimo, pur non sottoponendosi all’esame dei magistrati, ha rilasciato dichiarazioni spontanee, ammettendo l’uso personale di stupefacenti. L’unico a rispondere alle domande è stato Francesco Cotugno (nativo di Patti e residente a Raccuja) incriminato come gli altri due per un’imputazione di spaccio, il quale ha ammesso l’uso di droga, negando tuttavia gli addebiti contestati dall’accusa. I vari difensori hanno presentato istanza di scarcerazione o sostituzione della misura cautelare, col parere contrario dei pubblici ministeri, su cui la gip Leanza si è comunque riservata la decisione. Oggi, al Tribunale di Siracusa, compariranno invece davanti al giudice per le indagini preliminari Andrea Migneco, che procede per rogatoria, Michele Siragusano, Dario Di Perna, Emiliano Franzone, Mirko Maniaci e Antonino Tuccio, tutti e cinque chiamati a rispondere anche dell’ipotesi associativa, mentre tra Catania e la Calabria saranno ascoltati Sebastiano Pelle e Bruno Emanuele, ristretti a Palmi, Giuseppe Licastro, detenuto a Reggio Calabria, e Antonino Pappalardo, rinchiuso nel carcere catanese di Piazza Lanza.

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