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Asia, la 19enne vittima della violenza di gruppo a Palermo in tv: "Sono qui perché non ho sbagliato e ci metto la faccia"

Asia, la ragazza di 19 anni che è stata vittima della violenza di gruppo a Palermo, ha scelto di raccontare la sua terribile esperienza a volto scoperto durante un'intervista televisiva esclusiva ad Avanti Popolo, la trasmissione di Rai3 condotta da Nunzia De Girolamo andata in onda il 31 ottobre. Durante la conversazione, la giovane ha rivelato dettagli scioccanti della notte che ha stravolto la sua vita e ha espresso il suo senso di tradimento da parte di uno dei giovani coinvolti, a cui si era aperta riguardo alla sua vita familiare. «Io mi fidavo di Angelo - ha raccontato - si dimostrava dolce con me, non lo potevo pensare minimamente. Gli avevo raccontato tutta la mia vita, di mia madre malata di sclerosi multipla che se ne è andata quando avevo quattordici anni, di mio padre violento, del ragazzo che mi aveva abbandonata e di un altro che mi alzava le mani. Lui mi diceva che non mi avrebbe mai abbandonata né mi avrebbe mai fatto del male, che mi avrebbe trattata da principessa».

Asia ha anche condiviso le difficoltà che sta affrontando, compresi i commenti negativi e i giudizi sui social media che la colpiscono, in particolare di sera quando i pensieri le tormentano. Ha parlato delle sue battaglie personali e dei momenti in cui ha pensato a gesti estremi, sottolineando l'importanza del sostegno che riceve da coloro che la comprendono.  «La notte non dormo. Vivo di alti e bassi. Quando sono più fragile i commenti negativi sui social mi colpiscono in pieno. Soprattutto la sera ho dei momenti in cui i pensieri arrivano di più, ti risalgono in mente, più che altro piango. Ho pensato anche a gesti estremi, soprattutto nella seconda comunità dove sono stata mandata dopo questo fatto, ho provato a farla finita. Quando mi sento più forte, penso semplicemente che siano ignoranti e che non riescono a capire la mia vita perché non hanno indossato le mie scarpe e quindi non possono cogliere realmente chi sono. Rileggendoli oggi mi fanno rabbia, come se dessero il consenso ai maschi di fare certe cose solo perché vedono qualcosa di provocatorio, dando adito ad istinti così. Ma dai social ho ricevuto anche tantissimo sostegno da molte persone, che mi hanno fatta sentire più forte, per questo li uso ancora”».

Nonostante le sue difficoltà attuali, Asia ha mostrato grande determinazione nel perseguire il futuro che desidera, tra cui la ricerca di un lavoro per essere autonoma e il sogno di iscriversi all'università per studiare psicologia e comprendere casi simili al suo. «Sono qui perché in quello in cui uno crede ci si mette la faccia. E io credo in ciò che sono, perché non ho la minima colpa, non ho sbagliato. È giusto così. Alle persone che mi criticano dico che mi fanno schifo, perché un uomo che ha cento donne viene apprezzato, mentre le ragazze se hanno cento uomini devono stare per forza con il centunesimo anche se non vogliono, e comunque vengono sempre giudicate delle poco di buono. Non sono libere di avere la propria intimità».

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