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Basket Messina, impresa della School: cade l’Orlandina. La Fortitudo si arrende anche alla Viola

Serie B Interregionale: i ragazzi di coach Sidoti mettono al tappeto la capolista. Niente da fare per il Barcellona sul campo della Virtus Ragusa

Basket School Messina - Orlandina 60-58
Basket School Messina: Labovic 12, Di Dio 17, Alberini, Contaldo, Tartaglia 9, Vujic, Buldo, Sidoti 5, Busco 12, Freni, Janic, Yeyap 5. All. Pippo Sidoti
Orlandina: Moltrasio 3, Agbortabi 2, Mentonelli, Mascherpa, Favali 13, Palermo 7, Jasaitis 23, L. Marini 2, D. Marini, Collovà, Gatti 8. All. Domenico Bolignano.
Arbitri: Scarfò di Palmi e Loccisano di Cosenza
Note: parziali 20-20; 35-35; 43-40

Messina. Colpaccio della Basket School Messina, che ha sovvertito i pronostici della vigilia nel derby contro la capolista Orlandina, imponendosi per 60 a 58. Davanti ad una bella cornice di pubblico, accorso al “PalaTracuzzi”, la squadra di casa ha fornito un’eccellente prestazione, in particolare in difesa, conducendo quasi sempre le “danze”.
Inizio sprint di Tartaglia, che realizza cinque punti di fila. Di Dio mette a segno il 12-2 al 5’, un +10 che conferma l'ottimo approccio alla gara dei ragazzi allenati da Pippo Sidoti. I paladini si scuotono e, trascinati dai canestri del talentuoso Jasaitis, risalgono velocemente la corrente con un prepotente 9-0, riportandosi sul 12-11. Dalla lunetta, Palermo opera poi il sorpasso (19-20).
La Basket School allunga di nuovo in avvio del secondo parziale, ma i paladini tornano in scia. Elia Sidoti sigla da sotto il 34-28 al 6’, mantenendo alto il rendimento dei suoi. La tripla di Gatti fa risalire le quotazioni degli ospiti e si va, così, all’intervallo lungo con il punteggio in perfetta parità.
Alla ripresa del gioco, i peloritani continuano ad essere poco precisi nei liberi. In questa fase, comunque, entrambi i quintetti commettono alcuni evitabili errori ed il risultato tarda a progredire, restando sorprendentemente basso. Gatti dà un sussulto al match, andando a bersaglio da lontano, ma Labovic risponde con la stessa modalità. La Basket School si affida in attacco alle penetrazioni Di Dio, che indirizza nella retina il 48-40. Gli orlandini fanno ricorso, invece, alla classe di Jasaitis per tentare di ribaltare la complicata situazione venutasi a creare e, nel palpitante finale, si assiste al botta e risposta proprio tra Di Dio e Jasaitis. Al suono della sirena è, però, la formazione dello Stretto ad esultare.  Omar Menolascina

Virtus Ragusa - Barcellona 98-77
Ragusa: Brown 24, Piscetta 4, Epifani 4, Cioppa 20, Simon 4, Tumino 2, Vavoli 7, Sorrentino 17, Gaetano 14, Mirabella 2, Cascone, Calvi. All.: Recupido
Barcellona: Bilous ne, Gojgovic 15, Marangon 5, Acosta 3, Drigo 2, Indelicato 11, Sahin 6. Tartamella 4, Urosevic ne, Lalic 10, Cerruti 10, Fernandez 11. All.: Biondo
Arbitri: Parisi e Cappello
RAGUSA. Al “Palazama” nuovo capitolo della lunghissima storia di battaglie tra Ragusa e Barcellona, in tutto all’altezza della tradizione.
Solo nel finale infatti, dopo che il distacco aveva toccato quota trentasette e a meno sei dai cento punti, la Virtus ha mollato, coach Recupido ha impiegato tutta la panchina e gli igeani hanno potuto ridurre la sconfitta in termini accettabili. Il primo quarto aveva annunciato una gara ben diversa, pur con qualche errore di troppo degli ospiti. Il secondo quarto era cominciato ancora in equilibrio, caratterizzato dall’alternanza dei break: prima dieci per i locali, poi nove per gli ospiti, ma il terzo è stato mortifero: diciassette di nuovo per i padroni di casa.
Andati al riposo sotto di ventidue, anche per le troppe palle intercettate o perso e la pessima mira dalla lunetta, per i rossi di Biondo il peggio doveva ancora venire: gli errori non diminuivano (anzi), i locali erano più veloci, più agili, molto più precisi e gli effetti sul punteggio si vedevano benissimo: di pari passo col calo del morale lo scarto decollava, e saliva ancora di più nell’ultimo quarto, toccando la “quota mazzata” trentanove.
Da questo momento in poi la Virtus toglieva il piede dall’acceleratore, dando modo ai tirrenici di avviare una lenta rimonta, caratterizzata da tanti liberi falliti. La vicinanza della tripla cifra non cambiava le cose. Logico, quindi, tre minuti finali quasi in souplesse, buona comunque per un vistoso calo nello scarto, che alla sirena era ormai diventato “normale”.
Ma l’impressione è che sia stato solo per la dichiarata non belligeranza negli ultimi centottanta secondi. Gianni Papa

Fortitudo Messina - Viola Rc 78-86
Fortitudo Messina: Marinelli 21, Di Mauro, Bottari ne, Caporossi 7, Scott Uche 11, Giannullo 5, Uzun 8, Giovani, Catania ne, Molonia ne, Mahamat Kader 6, Tagliano 20. All. Claudio Cavalieri
Viola RC: Aguzzoli 12, Simonetti 4, Konteh 2, Maksimovic 13, Mavric 13, Seck 1, Binelli 12, Tyrtyshnyk 29, Russo ne, Riversata ne, Mazza, Collu ne. All. Federico Cigarini.
Arbitri: Matteo Filesi e Paolo Filesi di Chiaramonte Gulfi.
Note: parziali 26-25 1°Q; 41-39 2°Q; 58-60 3°Q.

Messina. La Viola con un grande ultimo quarto porta a casa il derby dello Stretto con la Fortitudo. Ma i neroverdi di coach Cavalieri escono dal campo a testa alta. A fare la differenza tra le fila calabresi oltre al buon lavoro nell’uno contro uno sotto le plance dove brillano Tyrtyshnyk (mpv con 29 punti) e Maksimovic, e la precisione da tre di Binelli (4 bombe per lui).
Parte bene la Fortitudo (4 a 0) che poi con la tripla di Uzun tocca il +6 (12-6) a metà parziale La squadra di coach Cigarini sfrutta bene le penetrazioni a canestro per rimetterla in piedi con Tyrtyshnyk, Mavric e Maskimocic (12-12 e time out Fortitudo a 4’24). Si procede con questo elastico sino alla fine del primo tempino che vede la Fortitudo avanti di una incollatura. Lo stesso copione va in scena nel secondo periodo di gioco con i padroni di casa che la mettono sul ritmo in difesa, tanto che Binelli e compagni segnano solo 14 punti. Nauife appoggia a canestro il +5 messinese del 34 a 29, ma si accende Binelli tra le fila ospiti con una tripla, poi dalla lunetta Tyrtyshnyk sfrutta tre tiri liberi (34-36).
Nel finale la Fortitudo sfrutta la mano calda di Tagliano per rimettere la testa avanti (39-38 a 2’15” dalla fine) e restarci sino alla sirena dell’intervallo. La truppa di coach Cavalieri ci crede e allunga di qualche lunghezza per metà del terzo quarto (49 a 45). Il time out di Cigarini è salutare perché al ritorno in campo arriva un 5 a 0 che vale il sorpasso (49-50) anche se non spezza l’equilibrio di valori. La terza frazione si chiude con una tripla sulla sirena di Binelli che consegna il +2 alla Viola. Tutto si decide negli ultimi 10’. Due invenzioni di Tyrtyshnyk (58 a 64 dopo 1’30”) mettono la strada in discesa. La Fortitudo fai conti con il problema falli e la Viola scappa sulla doppia cifra con l’asse Maksimovic-Tyrtyshnyk (60-71) per poi gestire il finale. Massimiliano Andò

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