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Messina, processo "Terzo livello": cadono altri reati. Restano le condanne per Emilia Barrile (3 anni e 8 mesi) e De Almagro (1 anno pena sospesa)

Assolti invece in appello dalle accuse che residuavano dopo il passaggio in Cassazione il commercialista Marco Ardizzone e Giovanni Luciano

Uno scenario che cambia ancora. E che gli avvocati definiscono per lo meno "controverso".
Cadono ancora altri reati per la nuova sentenza d'appello dell'operazione "Terzo livello" e residuano solo due condanne: 3 anni e 8 mesi per l'ex presidente del consiglio comunale Emilia Barrile, e un anno (pena sospesa) per l'ex dg dell’Atm Daniele De Almagro.

Il reato adesso considerato dai giudici d'appello per le condanne - ed è una novità rispetto a quanto aveva stabilito la Cassazione -, è la cosiddetta "Induzione indebita a dare o promettere utilità", questo in relazione alla vicenda Atm.
Assolti invece in appello dalle accuse che residuavano dopo il passaggio in Cassazione il commercialista Marco Ardizzone e Luciano Giovanni.

Già la Cassazione, rinviando per un nuovo processo, aveva cancellato definitivamente in questa vicenda il reato di associazione a delinquere. Il nuovo processo d’appello celebrato nuovamente a Messina avrebbe dovuto riguardare, su decisione della Cassazione, solo una ipotesi di turbativa d'asta e tre casi di traffico di influenze.

Gli avvocati Salvatore Silvestro e Alessandro Billè, che assistono rispettivamente l’ex presidente del consiglio comunale Emilia Barrile e l’allora direttore amministrativo dell’ATM Daniele De Almagro, dopo aver appreso il contenuto del dispositivo della sentenza della Corte di Appello che ha deciso in sede di rinvio dalla Cassazione, così si sono espressi: “Come spesso si sostiene, le sentenze si impugnano e non si commentano, ma tale regola deve necessariamente soffrire un’eccezione quando si assiste esterrefatti, come in questo caso, ad una decisione con la quale la Corte non ha soltanto smentito se stessa, ma ciò ha fatto arrivando a violare l’intangibilità del giudicato. Il capo H dell’imputazione invero, una volta non impugnato dalla Procura Generale in punto di qualificazione giuridica, non poteva essere riqualificato ma solo fatto oggetto di una decisione in senso assolutorio o di affermazione di responsabilità.
Probabilmente, i giudici, errando sul presupposto che fosse fatto salvo, anche in questa fase, il loro potere di riqualificare il reato, sono pervenuti alla decisione di affermare la responsabilità della sig.ra Barrile e del Dott. De Almagro, nonostante l’evidente inconsistenza dell’accusa mossa nei loro riguardi, tanto da risultare ancora un oggetto misterioso dopo i 4 gradi (tra poco 5) del giudizio.
Non c’è dubbio che avverso una siffatta sentenza, oggettivamente iniqua, sarà proposto prontamente ricorso per Cassazione non appena saranno depositate le relative motivazioni”.

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